Ufficialmente, da domenica 15 settembre, si apre la stagione venatoria. Si potrà dunque sparare in tutta Italia, anche se quest’anno l’apertura è stata anticipata all’1 settembre in alcune regioni per determinate specie. Le attività di caccia 2019/20 vengono “inaugurate” anche con il sangue umano, oltre che animale. Si sono registrati ben 3 tragici incidenti in cui sono morte 3 persone e 1 è rimasta ferita. Il primo caso a Pedrinate a pochi passi dal confine varesino con la Svizzera, qui un 50enne svizzero è stato ucciso da un colpo di fucile sparato da un suo compagno di caccia. Il secondo morto nei boschi di Sorico a cavallo tra le provincie di Sondrio e Como: un 53enne valtellinese si è calato in un dirupo per recuperare un cervo abbattuto e cadendo è stato schiacciato dallo stesso cervo contro la roccia perdendo la vita. Un suo amico che era a caccia con lui, 61 anni, è rimasto ferito in modo grave. Nei giorni scorsi in Sardegna in una località della Gallura un uomo che passeggiava nei boschi è stato ucciso da un colpo partito dal fucile di un bracconiere che stava appostato per sparare ai cinghiali.
Dall’uccidere gli animali all’uccidere gli uomini il passo è stato piccolo!
Chiediamo al Governo di limitare la lobby dei cacciatori ed effettuare maggiori controlli. La caccia, solo l’anno scorso, ha determinato un altro costo in termini di vite animali, ma anche umane (13 morti e 50 feriti)!
La caccia non è uno sport, ma un atto sanguinario, degno di chi disprezza la vita.