Per 5 lunghi anni, Tyson, un bellissimo simil rottweiler, è rimasto ingiustamente in isolamento in un canile di Roma. Lui è simbolo dei tanti cani invisibili, reclusi e nascosti nella Capitale.
Della sua triste storia ve ne avevamo parlato a novembre dello scorso anno, quando gli Animalisti Italiani gli restituiscono l’agognata libertà attraverso un’azione congiunta portata avanti con amore e totale dedizione insieme all’educatore cinofilo Flavio Bianchini, alle volontarie dell’ex canile Parrelli Assunta Roberti, Maria Antonia Romani e Veruska Rossi a cui inizialmente era stata negata l’adozione per un’immotivata pericolosità attribuita a Tyson.
Oggi possiamo affermare con gioia che inizia la sua rinascita grazie a Erika che ha deciso di adottarlo, offrendo a questo quattro zampe – definito “pericoloso” e che invece è l’immagine della dolcezza – tutto l’amore che merita.
“Il suo video mi ha emozionata, tornare a fidarsi dell’uomo e cercare le carezze di una mano che sarebbe potuta essere la stessa che ha decretato la sua reclusione, mi ha fatto scattare qualche cosa dentro – afferma l’adottante. Meritava una vita migliore, meritava anche lui una seconda possibilità come lui l’ha data. Dopo il primo incontro non ho esitato neanche un secondo. Ora è con me da pochi giorni, ed è un ottimo compagno di vita! Mi ha trasmesso più lui che una qualsiasi altra persona. Grazie anche a Veruska, la volontaria che ha girato l’appello al mio compagno Roberto, grazie a lei che si è presa cura di Tyson, dandogli tanto amore”.
La storia di Tyson, come quella di migliaia di altri animali nei canili, è sotto gli occhi di tutti ma in pochi vogliono vederla realmente. Le Istituzioni latitanti, gli abusi dei gestori privati dei canili, l’assenza di adozioni mostrano la loro totale indifferenza. Unico fine è lucrare all’insegna dei maltrattamenti degli animali e dello spreco di denaro pubblico.
I canili devono essere luoghi di passaggio non di detenzione a vita.
La gabbia da cui oggi Tyson è stato liberato non è solo un luogo fisico, ma è la gabbia dell’indifferenza e dell’oblio in cui per anni è stato confinato il suo cuore.