Roma, 18 ottobre 2017 – Una cattiveria inaudita. Una brutalità gratuita che non può e non potrà trovare nessuna giustificazione plausibile. 135 pecore sgozzate perché, pare, non producevano più latte commestibile secondo i parametri di una cooperativa sarda. Questa la reazione di un allevatore di Ploaghe, in provincia di Sassari, che, dopo l’ennesimo rifiuto a poter vendere il prodotto delle povere pecore, ha deciso di eliminarle senza pietà. Vittime della mattanza, anche i 4 cani da pastore che sorvegliavano il suo gregge. Come riporta l’articolo pubblicato sul sito internet de La Nuova Sardegna, “quel gregge, gli uomini della Forestale e della polizia locale di Ploaghe lo hanno rinvenuto in un lago di sangue ai piedi del colle di Santa Giusta, in località “Pala ’e Chercu”, dopo la richiesta di intervento di alcuni allevatori del paese che avevano sentito il fetore insopportabile degli animali in decomposizione”.
Il Presidente di Animalisti Italiani Onlus, Walter Caporale, non si capacita di tanta violenza: “In vita mia non mi era mai capitato di assistere ad un qualcosa di simile. 135 animali massacrati perché il latte non è buono è un fatto che va al di là dell’immaginabile. Peccato che abbiano chiuso i manicomi… Battute a parte – conclude Caporale – noi Animalisti Italiani Onlus siamo pronti a costituirci parte civile nel caso di rinvio a giudizio del responsabile di questa ignobile mattanza”.
Anche il Vice Presidente di Animalisti Italiani Onlus, Riccardo Manca, rivolge il suo accorato appello alle Forze dell’Ordine affinché arrivino il più rapidamente possibile a scoprire le generalità di chi si è macchiato di un crimine così abominevole: “La “pericolosità sociale” di questo individuo è dimostrata da numerosi studi eseguiti sia in Italia che negli Stati Uniti d’America. La correlazione è strettissima: esiste infatti una probabilità molto alta che chi commette atti criminali su degli esseri inermi e indifesi possa poi reiterarli sulle persone. Chiediamo che questa eventualità venga arginata senza sconti; chiediamo che questa “persona” venga assicurata alla giustizia. Un paese “civile” non può tollerare atti così crudeli ed efferati”.
(foto: lanuovasardegna.it)
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