“È con grande preoccupazione e profondo disappunto che apprendiamo la notizia della condanna a morte di due lupi nella zona di Malga Boldera, nel Comune di Ala, in Trentino meridionale. Tale determina della Provincia Autonoma di Trento, risulta essere l’ennesimo atto immorale e inutile nella lotta contro le predazioni negli allevamenti e un accanimento contro la fauna selvatica, vista la drammatica situazione nella gestione degli orsi e l’insuccesso del Progetto Life Ursus”, dichiara Walter Caporale, Presidente dell’Associazione Animalisti Italiani.
Quando Animalisti Italiani ha avviato la campagna “Salva il lupo” per tutelare questa specie in via d’estinzione, fondamentale per la salvaguardia dell’equilibrio dell’ecosistema, è risultato evidente con l’approvazione del Piano Lupi da parte del Ministero dell’Ambiente come non siano necessari gli abbattimenti, ma adottare una strategia adeguata per una pacifica convivenza.
L’intervento, giustificato dai recenti episodi di predazione nella zona trentina, solleva numerose critiche da parte di varie associazioni animaliste. Riteniamo che l’abbattimento dei lupi non sia la soluzione adeguata per prevenire tali attacchi, bensì un atto che va contro il principio stesso della conservazione delle specie e della coesistenza con la fauna selvatica.
È importante sottolineare che la Provincia Autonoma di Trento disponeva già di una legge provinciale, la n. 9 dell’11 luglio 2018, che consentiva l’adozione di alternative meno invasive per risolvere situazioni di conflitto tra uomo e lupo. La via dell’abbattimento dovrebbe essere considerata solo come estrema ratio, dopo aver esaurito tutte le possibilità di prevenzione e mitigazione dei danni.
L’avvocato degli Animalisti Italiani, Francesca Pantanella, sta valutando la strategia migliore per intraprendere un’azione legale finalizzata a bloccare l’abbattimento. Intanto, Animalisti Italiani depositerà istanza di accesso agli atti amministrativi.
I 2 lupi che hanno attaccato la proprietà del Comune di Ala, una superficie a pascolo di 64 ettari gestita dalla locale Società allevatori, avrebbero superato il recinto elettrificato in funzione anti lupo.
La questione della recinzione elettrificata è davvero singolare perchè, come scrive lo stesso Fugatti, ha protetto il pascolo dal biennio 2018-2019, ed è diventata improvvisamente e stranamente inefficace solo adesso. Consigliamo a questo punto di intensificare il monitoraggio delle reti di elettrificazione.
Riteniamo altresì discutibile il fatto che la decisione sia giunta proprio nel contesto delle imminenti elezioni provinciali, alzando dei dubbi sulla reale necessità e tempestività di tale provvedimento.
In merito al parere reso da Ispra, sappiamo che esso è obbligatorio, ma non vincolante. Nel suo parere, Ispra ha precisato che: «L’abbattimento di non più di due esemplari ha un carattere sperimentale e la Provincia dovrà produrre una sintetica valutazione dei possibili miglioramenti della prevenzione entro tre mesi. Trattandosi di una prima autorizzazione all’abbattimento, all’istituto preme inoltre raccogliere informazioni in particolare circa gli effetti del prelievo sulla popolazione di lupi e sulle dinamiche predatorie».
Questo solleva ulteriori perplessità riguardo alla valutazione dell’impatto sulla conservazione della popolazione di lupi in Trentino Alto Adige.
Come associazione animalista, ci opponiamo fermamente a questa misura, poiché crediamo che esistano alternative più efficaci ed eticamente accettabili per tutelare gli allevamenti e allo stesso tempo garantire la sopravvivenza di una specie che riveste un ruolo cruciale negli ecosistemi.
Chiediamo pertanto alle istituzioni di concentrarsi sulla promozione di misure di prevenzione incruente, quali la realizzazione di recinzioni più sicure e l’adozione di tecnologie che allontanino i lupi dagli allevamenti senza ricorrere alla violenza. Al contempo, incoraggiamo l’investimento in programmi di risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica. Siamo convinti che una coesistenza armoniosa tra l’uomo e la fauna selvatica sia possibile, a patto di adottare una gestione sostenibile e rispettosa degli equilibri naturali.
Chiediamo, quindi, che si avvii un dialogo costruttivo tra tutte le parti interessate per trovare soluzioni condivise che garantiscano la protezione della biodiversità e il benessere di tutti gli esseri viventi.