Tutti gli allevamenti intensivi sono da sempre suscettibili alla ricezione di forma virali e batteriche resistenti. Eppure esistono e sopravvivono grazie all’opera cinica di allevatori e multinazionali guidati da interessi economici.
Da anni ci battiamo per la chiusura di allevamenti di ogni genere: costringere gli animali in gabbie chiuse non adatte al loro benessere, in cui l’igiene e la stessa salute sono compromessi e imbottirili di antibiotici, ormoni ed anabolizzanti, è assurdo. Risulta conseguenziale che forme virali trovino terreno fertile.
Fino allo scoppio della pandemia si è cercato di ignorare queste evidenze e di tenere un basso profilo su temi come zoonosi e spillover, sacrificando il bene di tutti, la vita degli animali e la stessa salute degli esseri umani in nome del profitto globale.
Negli ultimi giorni il caso degli allevamenti di visoni in Danimarca ha generato ulteriore panico e caos. Numeri alla mano, lo State Serum Institute, che si occupa di malattie infettive, ha riscontrato dallo scorso giugno almeno 214 persone infette da versioni del coronavirus legate proprio ai visoni. Pare che in questo Paese 12 persone siano state infette da un ceppo mutato, riscontrato in cinque allevamenti. Il Governo ha deciso di sterminare in massa l’intera popolazione di visoni: ben 17 milioni di esemplari, di vite senzienti!
Nel cercare di richiamare l’attenzione della Danimarca verso una soluzione non estrema come questa, facciamo presente che ad oggi, secondo le evidenze scientifiche prospettate dagli studiosi, la mutazione del virus trasmessa dal visone non ha effetti gravi sugli uomini pur diminuendo l’efficacia degli anticorpi umani e minacciando la realizzazione di un vaccino valido contro il Covid-19.
Come Associazione Animalista notiamo che non c’è stato monitoraggio né chiusura preventiva degli allevamenti, già all’inizio dell’anno in corso, allo scoppio della pandemia, cosa che poteva evitare il proliferarsi delle zoonosi. Era già evidente agli esperti del settore che i visoni potevano essere portatori anche asintomatici del virus SARS-CoV-2 cosa che, tra l’altro, si era verificata nei focolai di allevamenti olandesi nei mesi precedenti.
“I visoni in Danimarca stanno pagando con la vita una cattiva gestione della situazione emergenziale da parte delle istituzioni. E quel che ci turba maggiormente è la mancanza di azione anche in Italia.
Abbiamo chiesto più volte al Governo di agire attraverso la chiusura immediata degli allevamenti di visoni presenti sul nostro territorio nazionale. Oggi il nostro Presidente Walter Caporale ha scritto una lettera di sollecito al Presidente Conte e al Ministro Speranza affinché non vengano procrastinate decisioni di importanza vitale come questa”, dichiara esterrefatto il Vice Presidente degli Animalisti Italiani, Riccardo Manca.
L’ abbattimento di massa del piccolo mammifero in Italia sarebbe privo di senso in assenza di un protocollo definito che preveda perlomeno controlli rigorosi con l’applicazione di test diagnostici su tutti i visoni malati o morti per fattori non chiari negli allevamenti.
Chiediamo con urgenza al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed al Ministro della Salute Roberto Speranza l’adozione di un protocollo basato sulle linee guida dell’OIE (Organizzazione mondiale della sanità animale) e la chiusura immediata degli 8 allevamenti attivi in Italia: 3 in Lombardia nelle province di Brescia, Cremona; 2 in Veneto nelle province di Padova, Venezia; 2 in Emilia-Romagna nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna; 1 in Abruzzo, in provincia de L’Aquila.
In Italia abbiamo circa 60.000 visoni, evitiamo rischi annunciati, morti evitabili. È risaputo da decenni che questi allevamenti, oltre a causare gravi sofferenze agli animali, sono dei veri e propri container di virus, compreso il Covid 19.