Malgrado gli insegnamenti della pandemia ci ricordino quotidianamente come il proliferarsi del pericoloso coronavirus sia stato frutto del salto di specie, dello spillover animale-uomo e di scelte alimentari sbagliate, c’è chi in Piemonte pensa alla “tradizione gastronomica”. Si tratta della Fiera del Bue Grasso, in programma a Moncalvo (AT).
Domani, a partire dalle ore 10.30 alle 13.30 saremo in Piazza Castello a Moncalvo, presenti alla fiera per protestare contro questa barbarie medievale.
L’emergenza COVID19 non ha fermato la folle volontà dell’amministrazione di rendere fruibile a tutti la manifestazione. La Fiera del Bue Grasso altro non è che un appuntamento annuale con la morte per migliaia di animali per soddisfare il palato di umani sordi ai moniti della natura.
Il trattamento riservato agli animali è scandaloso.
Basterebbe poco: immedesimarsi in una sola di quelle creature, umiliata e usata senza che possa opporsi per evitare la spettacolarizzazione della sua imminente morte.
Continuare a mercificare gli Animali in nome della nostra distruttiva ideologia di dominio su tutto e su tutti non potrà che portare morte e devastazione.
La mancanza di empatia e l’assenza di rispetto della vita di altri esseri senzienti come noi, diversi solo nelle fattezze, è sotto gli occhi di tutti.
Se nel 2021 ancora parliamo di prodotti, carne, capi di bestiame per riferirci ai nostri fratelli animali, abbiamo evidentemente fallito.
“Il nostro presunto “benessere” non può certamente coincidere con la negazione dei diritti inalienabili degli ALTRI.
Siamo nel 2021 e non nel medioevo.
Non possiamo assistere passivamente a questa violenza gratuita su Esseri Senzienti inermi e indifesi esposti in malo modo al pubblico ludibrio.
Dove domina la violenza non può esservi giustizia.
E ogni corpo violato rappresenta la più profonda negazione della giustizia”, afferma Riccardo Manca, Vice Presidente degli Animalisti Italiani.