“Salviamo i beagle di Aptuit, il 16 ottobre tutti a Verona” è il messaggio comparso tra il pomeriggio del 7 e la notte dell’8 ottobre, nelle città di Roma, Milano, Torino, Padova, Venezia, Vicenza, Verona, Rovigo, Belluno, Catania, Perugia, Lodi, Rimini, Novara, Saronno, Altopiano di Asiago, Valstagna, Parma, Biella, Verbania, Cuneo, Treviso, Feltre, Lendinara, Nichelino.
Una chiara chiamata all’azione, un invito a partecipare in massa al corteo nazionale organizzato dalle sigle Animalisti Italiani, Centopercentoanimalisti, Fronte Animalista e dall’attivista indipendente Enrico Rizzi, per la data del prossimo 16 Ottobre, alle ore 14.30, con partenza dalla stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova. Gli animalisti percorreranno le vie del centro chiedendo a gran voce l’immediata liberazione dei 20 cuccioli di beagle detenuti presso gli stabulari di Aptuit; i cani, dell’età stimata di quattro mesi e trasferiti da un allevamento francese al laboratorio lo scorso 2 settembre, sono destinati alla vivisezione e verranno soppressi al termine della ricerca.
Animalisti Italiani ha coinvolto anche alcuni personaggi famosi, ottenendo il sostegno di Massimo Wertmuller, Edoardo Stoppa, Tiziano Ferro e Tullio Solenghi per sensibilizzare l’opinione pubblica.
La Consulta comunale di Verona per la tutela del benessere animale ha inoltre preso nuovamente posizione riguardo ai cani Beagle “rinnovando con fermezza l’invito all’azienda farmaceutica e all’Ulss 9 Scaligera a divulgare in trasparenza le autorizzazioni ministeriali che, in base al dettato legislativo permettono nella ricerca l’utilizzo di alcune specie di animali, fra cui cani, gatti e primati non umani”. “Allo slogan di #apriteleporte, la Consulta del Comune di Verona – prosegue il comunicato – intende lottare affinché ciò che accade all’interno dell’azienda Aptuit-Evotec sia reso pubblico”. “Questa sperimentazione viene effettuata su territorio italiano e veronese in particolare – ha detto Romano Giovannoni, presidente e portavoce della Consulta – e pertanto la nostra richiesta di informazioni in merito alle modalità di utilizzo degli animali ed alle autorizzazioni ministeriali deve essere accolta sia da Aptuit che dal Servizio Veterinario dell’Ulss 9”.
La dura protesta verso la nota casa farmaceutica non accenna dunque ad arrestarsi, dilaga anzi, ed unisce sempre più realtà decise a prendere le distanze dall’obsoleta pratica della sperimentazione animale, in favore di tecniche di ricerca più evolute ed etiche, già ampiamente in uso nel resto d’Europa.
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