Oggi, con 93 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti, il Senato ha approvato in prima lettura il Disegno di Legge contro la carne coltivata e il cosiddetto “meat sounding”. Questa Legge mira a vietare l’uso di termini come “meat”, “carne” e simili per alimenti vegetali, una scelta controversa appoggiata dal centro destra.
Dichiara Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani: “Questo divieto è un attacco ingiustificato ai prodotti vegetali e all’intera transizione alimentare verso soluzioni sostenibili. La crescente popolarità dei prodotti plant-based dimostra che la richiesta di alternative vegetali è reale e in continua crescita”.
Il Ministro Lollobrigida ha ottenuto il primo di due sì necessari per vietare i prodotti provenienti dall’agricoltura cellulare. Tuttavia, le valutazioni dell’EFSA suggeriscono che tali prodotti potranno comunque circolare in Italia.
La difesa del “Made in Italy” come motivazione a questa decisione, sembra essere solo un pretesto, poiché la maggior parte della carne consumata nel paese proviene dall’estero. L’appoggio di Coldiretti, che si presenta come paladina dell’autenticità italiana, è criticato da molti, poiché sembra essere più legata a interessi commerciali che a valori autentici.
In conclusione, Animalisti Italiani Onlus ritiene questa Legge basata su ideologie e non tiene conto della reale domanda dei consumatori e della necessità di affrontare le sfide ambientali legate all’industria alimentare. L’Italia rischia di diventare lo zimbello dell’Europa, perdendo l’opportunità di guidare la transizione verso un futuro più sostenibile e consapevole.
La carne coltivata, prodotta in laboratorio attraverso tecniche di agricoltura cellulare, è vista da molti come una delle possibili soluzioni per ridurre l’impatto ambientale dell’industria della carne, poiché richiede meno risorse e ha un minor impatto sul clima.
Mentre il DDL ha superato la fase iniziale, ci sono ancora altre votazioni e discussioni parlamentari necessarie prima di una possibile approvazione definitiva.
Il dibattito sulla carne coltivata e l’uso del “meat sounding” continuerà sicuramente a suscitare passioni e controversie, poiché la società cerca il giusto equilibrio tra tradizione, innovazione e sostenibilità nella produzione alimentare.
COSA È LA CARNE COLTIVATA
La carne coltivata, nota anche come carne in vitro o carne prodotta da agricoltura cellulare, è un tipo di carne ottenuta attraverso tecniche di biologia cellulare e ingegneria tissutale, senza la necessità di allevare o abbattere animali.
Il processo di produzione inizia prelevando delle cellule animali da un animale vivo tramite un piccolo campione biologico, come una biopsia. Queste cellule vengono quindi coltivate in un ambiente di laboratorio in condizioni controllate, fornendo loro nutrienti e stimoli appropriati per favorire la crescita cellulare.
Con il passare del tempo, le cellule si moltiplicano e si aggregano per formare piccoli pezzi di tessuto muscolare. Questi frammenti di tessuto muscolare possono essere combinati per creare piccole porzioni di carne coltivata, che possono essere poi utilizzate per preparare hamburger, polpette o altri prodotti a base di carne.
La carne coltivata offre alcune promettenti prospettive, poiché potrebbe ridurre significativamente l’impatto ambientale dell’industria della carne tradizionale, come l’emissione di gas serra e il consumo di acqua e terreno. Inoltre, potrebbe contribuire a risolvere problemi etici legati all’allevamento intensivo e all’abbattimento di animali.
Nonostante il potenziale, la carne coltivata è ancora in fase di sviluppo e non è ancora ampiamente disponibile sul mercato. Gli scienziati e le aziende stanno continuando a lavorare per affinare la tecnologia, migliorarne la sostenibilità e rendere questa innovazione alimentare una realtà accessibile a tutti.
NOTIZIE CORRELATE
Animalisti Italiani ha aderito e sostiene l’ICE END THE SLAUGHTER AGE