Il primo giorno di settembre è stato “inaugurato” con l’apertura anticipata della stagione di caccia (ufficialmente prevista, invece, per la terza domenica del mese) in quasi tutte le Regioni. Ricominciano le uccisioni di massive di animali selvatici: si tornerà quindi a sparare per il piacere sadico della lobby dei cacciatori e tutto ciò in totale assenza di controlli, alcuni dei quali affidati agli stessi cacciatori. Il cacciatore è controllore di se stesso. Una vera assurdità! Il riordino delle Province, infatti, ha determinato in molti casi l’azzeramento dei corpi di Polizia Provinciale, deputati ai controlli venatori.
“Le Regioni – afferma Walter Caporale Presidente di Animalisti Italiani – devono assumersi le proprie responsabilità, dinanzi ai cittadini e alla natura, perché si continua ancora, imperterriti, a infischiarsene della fauna selvatica per compiacere la lobby dei cacciatori. Ogni anno proseguono stermini autorizzati con deroghe venatorie concesse alle Regioni. La nostra classe politica ha sempre avuto una sorta di “timore reverenziale dei cacciatori”, tanto da arrivare a favorirne gli interessi.”
L’attività venatoria oltre a causare la morte di animali innocenti, è stata fonte, soltanto nell’anno 2018, di ben 65 vittime umane, tra cui anche due bambini, secondo i dati forniti dall’Associazione Vittime della Caccia.
La caccia è solo una pratica anacronistica di morte e non un valore da difendere in nome di una tradizione che di certo non bada alla salvaguardia dell’ambiente.