“In seguito al drammatico evento avvenuto ad Acerra, dove una bambina di nove mesi ha perso la vita a causa dell’aggressione del pitbull di famiglia, esprimiamo il nostro profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia colpita da questa immane tragedia.
È fondamentale comprendere che l’aggressività di un cane non è intrinsecamente legata alla sua razza, ma è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui la gestione, l’educazione e la selezione genetica. Il pitbull, nella sua selezione originale, non era aggressivo verso l’uomo. Il problema nasce da accoppiamenti incontrollati che producono esemplari instabili, senza che nessuno ne verifichi il carattere”, dichiara Walter Caporale, Presidente dell’Associazione Animalisti Italiani.
“Siamo sconvolti e rattristati dalle terribili notizie provenienti da Acerra. È essenziale riconoscere che la responsabilità principale ricade sull’uomo, sia nella selezione genetica che nella gestione quotidiana dei cani. Chiediamo che il cane coinvolto non venga soppresso, ma affidato a chi sa realmente prendersene cura. Noi, come Animalisti Italiani Onlus, siamo pronti ad accoglierlo”, conclude Caporale.
È imperativo promuovere percorsi formativi obbligatori per i proprietari di cani, specialmente per quelli appartenenti a razze considerate “impegnative”. In paesi come Germania e Svizzera, tali programmi sono già in vigore e hanno dimostrato la loro efficacia nel prevenire incidenti. In Italia, iniziative come il “patentino” sono state sperimentate, ad esempio a Milano, ma spesso senza una formazione pratica adeguata, rendendole inefficaci.
La chiave per prevenire tragedie come quella di Acerra risiede in una combinazione di selezione genetica controllata e una maggiore responsabilità da parte dei proprietari. Senza regole chiare sulla gestione e sull’allevamento, episodi simili continueranno a verificarsi.
Marco Gavotti, Vice Presidente dell’Associazione Animalisti Italiani, aggiunge: “Si pensi a Bella e Fulmine, pitbull che la nostra associazione ha salvato durante un sequestro e portato in un canile di Roma. Grazie a un’educazione consapevole, oggi vivono con famiglie amorevoli e sono ottimi cani da compagnia. Non esistono razze pericolose in assoluto, ma solo cani che devono essere educati con rispetto e competenza”.
Rinnoviamo il nostro impegno a collaborare con le istituzioni per promuovere una cultura del rispetto e della responsabilità verso gli animali. È tempo di riconoscere che non esistono cani cattivi, ma persone che non li trattano adeguatamente. Solo con amore, consapevolezza e responsabilità possiamo evitare che simili tragedie si ripetano.