È notizia di queste ore la sanzione comminata dalla Polizia municipale a un vetturino palermitano che, in piena estate e sotto il sole cocente, faceva circolare la sua carrozza nonostante il divieto comunale previsto per proteggere i cavalli dalle ore più calde. Un gesto di insensibilità, ma purtroppo ancora troppo diffuso. Eppure, il rispetto delle ordinanze dovrebbe essere solo il minimo sindacale: il vero tema è il superamento definitivo delle carrozze a trazione animale.
Una sofferenza che si chiama “tradizione”
Le carrozze trainate da cavalli sono spesso presentate come un simbolo folcloristico o turistico, una cartolina “romantica” di tempi passati. Ma dietro l’immagine pittoresca si nasconde una realtà fatta di dolore, fatica, caldo insopportabile, traffico, asfalto bollente, inquinamento e stress psicofisico per gli animali.
I cavalli non sono mezzi di trasporto. Sono esseri senzienti, dotati di sensibilità, emozioni, e fragilità. Non sono fatti per trascinare turisti nel caos urbano tra clacson, smog e temperature torride che, come quest’estate, superano facilmente i 40 gradi.
🌡️ Il caldo estremo è un nemico letale
Come gli umani, anche i cavalli soffrono il caldo. Con la differenza che loro non possono scegliere di fermarsi. Non possono bere quando vogliono, né cercare ombra. Ogni passo sull’asfalto rovente – che può raggiungere temperature superiori ai 60°C – è un tormento per i loro zoccoli, per le articolazioni, per il cuore.
E proprio per prevenire sofferenze e collassi, molte città – come Palermo – hanno adottato ordinanze che vietano la circolazione delle carrozze nelle ore centrali della giornata. Ma una multa ogni tanto non basta a cancellare la sofferenza sistematica.
Una questione etica e di civiltà
Usare animali per il divertimento o il turismo non è più accettabile. Non è progresso, non è rispetto. E non è nemmeno cultura. La cultura evolve. Le tradizioni possono (e devono) essere rilette alla luce dei diritti, della compassione e della scienza.
Numerosi studi etologici e veterinari hanno evidenziato i danni fisici e psicologici che i cavalli subiscono in questi contesti: disidratazione, problemi respiratori, dolori muscolari cronici, crisi da calore, ansia e spesso malattie dovute alla scarsa igiene o al sovraccarico di lavoro.
🚫 Non servono carrozze, servono alternative etiche
Le città che vogliono davvero essere inclusive, moderne e accoglienti possono dire basta alle carrozze a trazione animale. Esistono già alternative: carrozze elettriche, tour guidati a piedi, mezzi sostenibili e innovativi che valorizzano le bellezze dei centri storici senza sacrificare la dignità animale.
Un appello alla coscienza collettiva
Ognuno di noi, come cittadino e come turista, ha un potere: quello di scegliere. Non salire su una carrozza trainata da cavalli è un gesto semplice, ma potente. È un “no” alla sofferenza e un “sì” al rispetto.
Chiediamo alle amministrazioni locali, ai turisti, ai cittadini: fermate questa pratica. I cavalli non possono parlare, ma possiamo farlo noi per loro.
Per un turismo etico, per una città più giusta, per un mondo in cui anche gli animali abbiano il diritto di vivere senza essere sfruttati: è tempo di cambiare rotta.