Le associazioni Animalisti Italiani, ENPA, LAC, LAV, LNDC Animal Protection e OIPA si rivolgono alla maggioranza e al Ministro Lollobrigida, così impegnati nel “modernizzare” la legge 157/92 sulla tutela della fauna, definita “vecchia e superata”. Ma la realtà è ben diversa.
Se l’intento è davvero quello di aggiornare la normativa, la maggioranza dovrebbe iniziare dall’abrogazione dell’articolo 842 del Codice Civile, risalente a oltre 80 anni fa (emanato nel 1942), che consente ancora oggi ai cacciatori di entrare liberamente nei terreni altrui. La proposta di legge popolare “Stop Caccia” ne prevede chiaramente l’eliminazione: una modifica necessaria per tutelare agricoltori – in particolare quelli biologici – e cittadini, che sono costretti a subire la caccia ricreativa sulle proprie proprietà, con gravi danni alle colture e alla sicurezza personale.
Inoltre, il Ministro e la maggioranza eliminino dall’elenco delle specie cacciabili quelle ormai in netto declino, classificate come SPEC 1, 2 o 3 dalla comunità scientifica, a seconda dello stato di conservazione. Dalla Tortora selvatica al Tordo sassello, dalla Coturnice alla Pavoncella, dal Moriglione alla Starna: sono venti le specie attualmente in pericolo, ma ancora legalmente cacciabili. Una situazione ben diversa dal 1992, quando versavano in condizioni migliori.
L’Unione Europea può offrire un valido supporto: basterebbe rispettare le sue direttive e rispondere correttamente alle procedure avviate negli ultimi anni. Tra queste:
• il divieto disatteso dell’uso di munizioni al piombo nelle zone umide;
• lo stop agli spari durante la migrazione prenuziale e nella fase riproduttiva dell’avifauna;
• l’abolizione della pratica dei richiami vivi, che si vorrebbe invece liberalizzare, riportando l’Italia indietro di almeno 50 anni.
Il disegno di legge della maggioranza, malgrado il pretesto dei “danni da fauna”, riguarda esclusivamente la caccia ludico-ricreativa e non la gestione faunistica – che è una disciplina scientifica, non delegabile ai cacciatori.
Basta con i tentativi di confondere l’opinione pubblica: i cittadini hanno già espresso chiaramente la loro volontà. L’unica direzione possibile è l’abolizione della caccia. Per questo motivo, le associazioni animaliste hanno depositato una proposta di legge di iniziativa popolare, che ha già raccolto in pochi giorni oltre la metà delle firme necessarie. Una scelta attuale, moderna e necessaria per la tutela della biodiversità, della natura e della sicurezza pubblica. Ogni anno, infatti, la caccia provoca anche numerose vittime umane – un dato ignorato dal Governo: 14 morti e 37 feriti solo nell’ultima stagione venatoria, per i quali non una parola è stata spesa.
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Si può firmare la proposta di legge di iniziativa popolare qui:
https://firmereferendum.