Dall’8 al 10 febbraio 2025, Veronafiere ospiterà l’ “EOS European Outdoor Show”, la più grande fiera italiana dedicata alla caccia, alla pesca, al tiro sportivo, alla nautica e alle attività outdoor. L’evento, considerato un punto di riferimento per gli appassionati di queste pratiche, è però al centro di un acceso dibattito: sabato 8 febbraio, ore 13:30, come ogni anno, gli attivisti animalisti si riuniranno per un presidio di protesta davanti ai padiglioni fieristici, organizzato da Centopercentoanimalisti, Fronte Animalista e a cui aderisce anche l’Associazione Animalisti Italiani.
La manifestazione, che si preannuncia pacifica ma determinata, ha l’obiettivo di denunciare i danni ecologici, etici e sociali legati alla caccia, una pratica sempre più contestata e considerata insostenibile.
Perché protestare contro la caccia?
La caccia non è una tradizione da preservare, bensì una pratica che causa sofferenze inutili agli animali, mette a rischio la biodiversità e rappresenta un problema di sicurezza pubblica. I dati sono eloquenti: in Italia, ogni anno vengono uccisi circa 400 milioni di animali selvatici, e il 36% delle specie di mammiferi e il 50% delle specie di uccelli presenti sul territorio nazionale sono minacciati anche a causa della caccia, come evidenziato da uno studio ISPRA.
Ma non è solo la fauna selvatica a pagare il prezzo: durante le battute di caccia, numerosi animali domestici finiscono accidentalmente vittime di cacciatori. Inoltre, l’impatto della caccia sull’ambiente è significativo: ogni anno vengono disperse nell’ecosistema oltre 5.000 tonnellate di piombo, un metallo pesante che contamina terreni e falde acquifere, con conseguenze per tutta la catena alimentare.
Incidenti e sicurezza pubblica
Un altro aspetto centrale della protesta riguarda i rischi per la sicurezza pubblica. Gli incidenti legati alla caccia sono purtroppo frequenti e, ogni anno, provocano decine di morti e centinaia di feriti. Nel biennio 2022-2023, si sono verificati 72 incidenti mortali, molti dei quali hanno coinvolto persone non direttamente legate all’attività venatoria, come escursionisti e passanti.
Questi dati dimostrano che la caccia non è solo una questione di tradizioni o di passione, ma un problema che coinvolge tutti, compresi coloro che semplicemente vivono la natura in modo rispettoso e non violento.
Un invito alla riflessione
“Non è più accettabile giustificare la caccia come una tradizione o un hobby”, dichiara Marco Gavotti, Vicepresidente Associazione Animalisti Italiani. “La natura è un patrimonio comune, e gli animali non possono essere visti come bersagli da abbattere. Il nostro obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche e promuovere un rapporto diverso con l’ambiente, basato sul rispetto e sulla tutela della biodiversità.”
Un futuro senza caccia
Per gli animalisti, il futuro deve essere costruito su un nuovo modello di relazione con la natura. La loro presenza a Verona non è solo una protesta, ma un invito a riflettere sul ruolo che ciascuno di noi può giocare nel proteggere il pianeta. Il presidio dell’8 febbraio rappresenta una voce chiara e forte contro la caccia, una pratica che appartiene al passato e che non ha più posto in una società che aspira a essere più etica e sostenibile.
PER ADERIRE CONTATTARE: https://www.centopercentoanimalisti.org/contatti/