Questa estate, l’Italia ha purtroppo visto emergere un volto oscuro della società, segnato da atti di violenza che hanno scosso profondamente il paese. Gli sconvolgenti casi di stupri perpetrati anche da minorenni hanno suscitato rabbia e indignazione. Non sono mancate le “consuete” e barbare uccisioni di animali come il caso della capretta di Anagni (FR). La “cultura dello violenza” sta dilagando sempre più, sia sottoforma di stupri di gruppo che di uccisioni consumate ai danni di esseri viventi più fragili in un clima di prepotenza, indifferenza, senso di impunità che appunto tutte le persone coinvolte hanno dimostrato più e più volte. Tuttavia quello che l’espressione “cultura dello stupro” ci dice non riguarda soltanto gli atteggiamenti di chi compie la violenza ma anche tutto il clima che c’è intorno e che ha permesso in qualche modo a questa violenza di verificarsi.
In seguito all’uccisione di una capretta ad Anagni, in provincia di Frosinone, perpetrata da due minorenni che hanno pubblicato il macabro video sui social, l’Associazione Animalisti Italiani, sotto la guida dell’Avvocato Francesca Pantanella, sta attivamente richiedendo al Tribunale dei Minori l’avvio di un procedimento giuridico per denunciare questo gravissimo atto di crudeltà.
Nel video sui social, poi oscurato, si vedono i ragazzi trasportare su una carriola la capretta docile perché abituata alla presenza umana ed alle visite delle famiglie. Una volta sulla carriola, i ragazzi la lanciano da una finestra. E si divertono nel vedere la capretta colpita più volte fino ad ucciderla, nel sentire i lamenti dell’animale e intorno le risa di chi continua a colpirla incitato degli amici e dalle amiche!! “Dai, fallo di nuovo; ancora! Ancora!“. Tutto ripreso e inviato sui social per i “Like”. È accaduto ad Anagni, nel Lazio, in un agriturismo durante una festa di compleanno di ragazzi della “Fiuggi bene”.
Il Presidente dell’Associazione Animalisti Italiani, Walter Caporale, afferma: “Questo atto criminale non deve passare sotto silenzio, ma deve essere giudicato con severità affinché si faccia giustizia per l’innocente animale che è stato vittima di tale violenza inaudita. Stiamo presentando denuncia e ci costituiremo parte civile nel processo. Ma soprattutto richiamiamo la responsabilità nell’educazione delle giovani generazioni. È scandaloso e scioccante constatare l’elevato numero di stupri contro donne e ragazze minorenni e di uccisioni di animali che ha caratterizzato questa tormentata estate italiana. Se pensiamo all’uccisione della capretta ci colpisce che molti degli adolescenti presenti, invece di intervenire per fermare l’atto cruento, hanno incitato l’autore e hanno assistito impassibili alla scena. Cosa che è avvenuta anche negli stupri di Caivano e Palermo. L’ondata di sangue e violenza, ci mostra che stiamo fallendo a livello etico e morale”.
L’informazione fornita dai Carabinieri alla Procura del Tribunale dei Minori di Roma relativamente all’uccisione della capra ha portato all‘iscrizione nel registro degli indagati dei due adolescenti responsabili del reato di “uccisione di animali”, previsto dall’articolo 544 bis del codice penale italiano. Tale reato comporta una reclusione da quattro mesi a due anni per chi provoca la morte di un animale “per crudeltà e senza necessità”.
La crudeltà sugli animali è indubbiamente tirocinio della crudeltà verso gli uomini. Ma purtroppo in Italia le pene per i reati contro gli animali vengono convertite nella maggior parte dei casi in sanzioni irrisorie e lavori socialmente utili.
“Le modalità di uccisione della capretta evidenziano un crimine di violenza inaudita che deve essere sanzionato in modo severo”, conclude l’Avv. Pantanella. Denunceremo non solo l’autore materiale dell’uccisione, ma anche l’amico che ha documentato l’evento e condiviso il video sui social media.
L’Associazione Animalisti Italiani prosegue la petizione per ottenere sanzioni più severe per il maltrattamento e uccisione degli animali, auspicando una riforma del codice penale che aumenti le pene per tale tipologia di reati.