Parco dell’Aniene, a Casal de’ Pazzi, periferia nord-est di Roma: un uomo di 65 anni, originario di Oristano, è stato denunciato dalla polizia per aver impiccato il cane, di proprietà di due amiche, a un albero a un’altezza di 6 metri da terra perché, a loro dire, era diventato negli ultimi tempi “feroce e ingestibile”. Ad accorgersi della situazione un agente della Penitenziaria che, dopo essersi avvicinato e qualificato, è stato aggredito dal 65enne con una sega di 30 centimetri. L’uomo è poi fuggito in auto con le due complici. A quel punto si è reso necessario l’intervento della Polizia di Stato che ha raggiunto i tre.
“L’unica ferocia che vediamo è quella dell’uomo nei confronti degli animali. Non passa giorno senza registrare reati contro gli amici a quattrozampe. Le pene previste dalla legislazione italiana vanno inasprite, come richiediamo da tempo attraverso la nostra petizione. Occorre una normativa più stringente che sia un vero deterrente per fermare chi è solito maltrattare gli animali”, dichiara Emanuela Bignami Responsabile Nazionale Randagismo degli Animalisti Italiani.
Animalisti Italiani richiederà, mediante i legali dell’Associazione, copia della cartella clinica dell’autopsia effettuata presso il canile della Muratella e si costituirà parte civile nel processo contro quest’uomo che è stato denunciato per uccisione di animali, resistenza e minacce a pubblico ufficiale.
Afferma Riccardo Manca, Vice Presidente degli Animalisti Italiani: “Le istituzioni tutte in Italia continuano a fregarsene altamente della deriva delinquenziale che sta prendendo pericolosamente il sopravvento. L’esempio degli altri paesi, europei ed extra europei, non smuove minimamente la coscienza dei nostri politici. Neanche un povero cane impiccato nella Capitale d’Italia riuscirà a scalfire il “sistema” che prevede una Giustizia inesistente per chi si macchia di crimini inauditi ed efferati.
Come il Gatto di Vado Ligure (SV) ammazzato pochi giorni fa perché si era permesso di graffiare l’ “umano”, anche questa Creatura è stata punita perché ritenuta pericolosa a seguito di un morso.
Come ormai dimostrato da inoppugnabili studi statistico-scientifici soggetti del genere rappresentano un elevato pericolo sociale; la correlazione fra crimini sugli animali e crimini sugli uomini è nota, ignorarla significa alimentare il grado di inciviltà già presente in maniera massiccia nell’attuale tessuto sociale”.
Ricordiamo l’importante modifica del Pact Act, la legge americana di riferimento in materia di crudeltà e maltrattamenti sugli animali, per cui chiunque si macchi di atti di tortura o maltrattamenti nei confronti di qualsiasi animale sarà accusato di un reato federale con la possibilità di infliggere pene detentive fino a 7 anni di carcere, oltre che ingenti sanzioni economiche.
L’Italia prenda spunto dalle best practices degli altri Paesi.