“Finning” è una pratica brutale usata nella pesca in alto mare. A volte gli squali vengono cacciati in modo selettivo, ma sempre più spesso il finning viene praticato con le “catture accessorie indesiderate” di tonno e pesce spada.
Il finning è un metodo di pesca non selettivo che non tiene conto della specie, della taglia o dell’età dello squalo. Subito dopo aver catturato gli squali, tutte le pinne vengono tagliate e le carcasse rimanenti vengono gettate in mare. Durante questa mutilazione, gli animali sono di solito completamente coscienti e, non potendo più nuotare, affondano sul fondo del mare dove muoiono dissanguati o soffocati.
I pescatori prediligono questo “metodo salva-spazio” a bordo perché si possono conservare molte più pinne rispetto a quando l’intero corpo dello squalo viene trasportato.
Una pratica vergognosa dominata solo dall’avidità del profitto.
Ogni anno, circa 73 milioni di squali muoiono solo per le loro pinne, che vengono considerate come ingrediente essenziale nella zuppa di pinne di squalo, molto diffusa in Asia (Cina, Hong Kong, Taiwan, Thailandia).
Come risultato di questo massiccio sovrasfruttamento, l’ecosistema marino è in pericolo, poiché gli squali creano uno stato di equilibrio attraverso il loro ruolo di predatori di alto livello.
Anche questo business delle pinne di squalo viene fornito dall’Europa.
Dal 2013, il regolamento dell’Unione Europea “Fins Naturally Attached” vieta senza eccezioni lo stoccaggio, il trasbordo e lo sbarco di tutte le pinne di squalo nelle acque dell’UE e su tutte le navi dell’UE. Le pinne devono rimanere naturalmente attaccate alla carcassa quando la nave viene scaricata nel porto. Le pinne possono poi essere separate dall’animale ed esportate in Asia.
In media, ogni anno vengono esportate dall’UE poco meno di 3.500 tonnellate di pinne, per un valore complessivo di circa 52 milioni di euro. A seguito di sporadiche ispezioni di pescherecci in mare, nessuno può dire con certezza quante pinne di squalo siano ancora sbarcate illegalmente in Europa.
Il commercio di pinne di squalo in Europa deve finire immediatamente!
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La pratica barbarica dello spinnamento degli squali può essere fermata solo quando la regolamentazione del commercio lo renderà finanziariamente impraticabile.
Ecco perché il regolamento “Fins Naturally Attached” nell’Unione Europea deve essere esteso all’esportazione, all’importazione e al transito di squali e razze.
L’attuale regolamento sulle pinne naturalmente annesse stabilisce: “Gli squali non sono un alimento tradizionale europeo, ma sono un elemento necessario degli ecosistemi marini europei”. È tempo di intraprendere finalmente un’azione coerente in Europa per proteggere gli squali e i nostri oceani!
Vi chiediamo quindi di sostenere questa opportunità di estendere la legislazione dell’Unione Europea per proteggere i nostri mari.
Non si tratta di una semplice petizione, ma di un atto ufficiale che coinvolge tutti i cittadini dell’Unione Europea. Con la propria firma è davvero possibile fare qualcosa di concreto per questi animali. Ad oggi l’iniziativa ha raccolto poco meno di un terzo delle firme necessarie (circa 290mila su un milione); ci sarà tempo fino al 31 gennaio 2022 per far sentire la propria voce ai legislatori dell’UE e contribuire attivamente alla protezione degli squali
La speranza è che sin da subito ci sia un rapido cambio di rotta anche nel nostro Paese, per la difesa di queste meravigliose creature di mari e oceani. Sul sito ufficiale stop-finning.eu si possono raccogliere ulteriori informazioni sulla brutale pratica dello spinnamento e votare l’iniziativa; il testo può essere consultato cliccando sul seguente link.
Sosteneteci FIRMANDO L’ICE STOP FINNING EU