Un crimine feroce, inaccettabile, che lascia sgomenti e chiede a gran voce giustizia. È quello accaduto nella notte di venerdì 11 aprile a Roma Est, nel quartiere Villaggio Falcone, dove un gatto è stato dato alle fiamme e abbandonato tra i cassonetti di via Don Primo Mazzolari.
Secondo le prime testimonianze, sarebbero stati due giovani ad appiccare il fuoco al povero animale, per poi dileguarsi nel buio pochi istanti dopo. I resti del micio, completamente carbonizzato, sono stati ritrovati dai residenti, che hanno immediatamente allertato le guardie zoofile. Purtroppo, al momento dell’arrivo dei volontari non c’era più nulla da fare.
“Siamo di fronte a un episodio di violenza inaudita e senza attenuanti,” dichiara Marco Gavotti, vicepresidente degli Animalisti Italiani.
“Non possiamo più tollerare atti simili nel silenzio o nella distrazione generale. Bruciare vivo un gatto non è una bravata, è un reato gravissimo che deve essere perseguito a norma di legge. Chi ha visto qualcosa, parli. La giustizia per questa creatura passa anche attraverso il coraggio dei cittadini.”
Nel quartiere esistono due colonie feline regolarmente censite: un gesto del genere, oltre ad essere un atto di crudeltà verso un essere senziente, è anche una grave violazione delle tutele previste per gli animali liberi sul territorio.
Gli Animalisti Italiani si uniscono all’appello delle guardie zoofile, chiedendo alla cittadinanza di fornire ogni informazione utile all’identificazione dei responsabili. È fondamentale che questo episodio non venga dimenticato o minimizzato.
“Non è accettabile che nel 2025 si debba ancora parlare di animali bruciati vivi per mano dell’uomo,” aggiunge Gavotti. “Chiediamo pene esemplari e più controlli sul territorio. La violenza sugli animali è una piaga sociale e un segnale pericoloso, che spesso anticipa o accompagna altri tipi di violenza. Intervenire è un dovere morale e civile.”
Gli Animalisti Italiani seguiranno da vicino gli sviluppi dell’indagine e continueranno a farsi portavoce di tutte le creature che non possono difendersi da sole.
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