Cucciolone era un cane randagio ben voluto da tutti i cittadini di Castel Madama, il paese in provincia di Roma dove viveva accudito dalla comunità e libero, come riconosciuto dall’Art. 9 della Legge Regionale 34/97 in applicazione alla Legge Quadro n. 281/91.
Il cane, purtroppo, ha finito i suoi giorni in canile, terrorizzato e ferito, morendo poche ore dopo essere condotto lì in seguito alla brutale cattura, frutto di un esposto e nonostante il parere contrario della gran parte dei cittadini.
Secondo alcune testimonianze, sembra che Cucciolone, cane anziano e buono con tutti, abbia ringhiato a dei ragazzi che gli avevano lanciato addosso dei petardi lo scorso ottobre.
Dichiara Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani: “Si poteva evitare questo orrore, risolvendo in modo nonviolento. Si respira aria di frustrazione, rabbia e dolore, perché ogniqualvolta si tratti di esseri senzienti non umani si ricorre a metodi discutibili. Oggi piangiamo una creatura indifesa che non ha realmente mai fatto male a nessuno”.
Aggiunge l’avvocatoFrancesco Fornario: “Animalisti Italiani farà chiarezza sulle modalità di cattura e sulle circostanze in cui Cucciolone è morto, richiedendo l’esame autoptico per comprendere modalità, tempi e cause del decesso, dati necessari per presentare denuncia e fare luce sulla vicenda e sulla cattura cruenta e immotivata“.
Pare che l’inseguimento di Cucciolone siano avvenuto in stile “far-west”: alcuni addetti incaricati dall’Asl, probabilmente riconducibili ad una ditta in appalto, in tuta mimetica e addirittura con fucili tele-narcotizzanti avrebbero sparato al cane, ben tre volte, provocandogli ferite profonde.
Ancora una volta emerge in tutta la sua complessità il fenomeno del randagismo, mostrando le gravi criticità connesse alla gestione dei cani di quartiere.