Nella tradizione spagnola le corride fanno parte del “patrimonio culturale come segno di identità”. Ma oggi è ancora così? Da anni ci battiamo contro ogni forma di maltrattamento degli animali e di certo la sanguinosa corrida rientra tra queste.
La corrida è stata oggetto di aspre diatribe tra animalisti e autorità, in un’altalena di decisioni prima sancite e poi revocate che però hanno fatto diminuire nel tempo l’interesse verso questa usanza catalana molto in voga nel passato.
Durante la scorsa puntata del programma televisivo RAI “Ballando con le stelle” abbiamo notato una battuta fuori luogo che Milly Carlucci ha tirato all’attore Tullio Solenghi, tra i protagonisti in gara della nuova edizione, mentre balla un cha cha cha vestito da tanghero, associandolo tristemente ed impropriamente ad un torero.
Battuta infelice con cui la conduttrice lo accostava ad un matador de Plaza del Toro esortandolo a rievocare l’orrenda pratica del taglio e del lancio dell’orecchio dell’animale. Tale ignobile pratica, fortunatamente è già stata rifiutata da parte della Spagna, ma era diffusa anni fa costituendo un vero e proprio “trofeo” per segnare la vittoria del torero sul toro. Cosa che lo stesso Solenghi ha respinto prontamente sottolineando il suo impegno animalista e il rispetto verso la vita degli animali.
Parole quelle della Carlucci, completamente fuori luogo e di assoluto cattivo gusto.
L’arte non c’entra nulla con la tortura.
Dichiara Walter Caporale Presidente degli Animalisti Italiani: “Tullio, amico e testimonial di tante campagne degli Animalisti Italiani, ci mostra ancora una volta la sua coerenza di grande animalista e ci rende orgogliosi di aver collaborato con lui. Tifiamo per te Tullio perché siamo sicuri che anche in un contesto leggero, d’intrattenimento come Ballando con le stelle riuscirai a veicolare l’amore e il rispetto per i diritti degli animali”.
Quello che nel tempo è stato consacrato come lo sport nazionale del paese spagnolo ha suscitato polemiche su polemiche per la natura cruenta del combattimento, che si concludeva inevitabilmente con la morte dell’animale.
L’Unione Europea investe circa 129 milioni di euro annui sulla corrida e tutti gli spettacoli in cui si torturano i tori. Risorse che finiscono per alimentare la tauromachia finanziando gli allevamenti di “tori da combattimento”. Ciò vuol dire che anche noi italiani contribuiamo al sostentamento delle corride spagnole ed alla tortura ed uccisione di almeno 30.000 tori l’anno.
Perché osannare un uomo che uccide un toro dentro l’arena? Questa è la domanda che come animalisti abbiamo posto alle autorità, portando già nel 2014 milioni di firme di cittadini contrari alla corrida all’attenzione del Parlamento Europeo a Strasburgo.