“Le modifiche approvate dalla Regione Lombardia alla legge regionale sull’attivita’ venatoria sono un grave attentato alla fauna selvatica, che ricordiamo è patrimonio indisponibile dello Stato”. Così in una nota Riccardo Manca, vice Presidente di Animalisti Italiani onlus. “Parlano di meno burocrazia per i cacciatori, ma dietro questi provvedimenti si nascondono degli autentici problemi di ordine pubblico. Le doppiette rappresentano una vera emergenza nazionale. Le vittime della caccia ad oggi (1 settembre/9 novembre) ammontano a 9 morti e 24 feriti. E questo sarebbe uno sport? O peggio ancora un hobby? La caccia è solamente un massacro legalizzato, di vite umane e non umane, che continua ad essere autorizzato unicamente in ragione di sporchi interessi economici. L’indifferenza di fronte a questo autentico sterminio non e’ degna di uno stato che vuole tutelare il benessere della popolazione. Le istituzioni non possono continuare a restare sorde di fronte alla sempre più crescente sensibilità degli Italiani nei confronti della vita degli animali. Un sentimento che, se assecondato consentirebbe, come appare evidente, di tutelare anche l’incolumità della vita umana”. Conclude Manca: “eliminare il limite delle 55 giornate di caccia è pura follia venatoria che autorizza altri eventi sanguinari che noi deploriamo fortemente. Stiamo vivendo un periodo climatico eccezionale e prolungato che sta mettendo in grave difficoltà la fauna selvatica. Rinnoviamo il nostro appello al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, affinché lo stato di calamità venga esteso anche agli animali selvatici nelle undici regioni che hanno richiesto lo stato di emergenza, Lombardia compresa. Bisogna dare la possibilità agli animali sopravvissuti al maltempo di riadattarsi a un territorio sconvolto e irriconoscibile, spesso anche impercorribile. Tutto il mondo animale deve prepararsi ad affrontare un duro inverno. E’ inaccettabile che in una situazione naturalistica tanto devastata si pensi addirittura di estendere lo svolgimento della caccia. La Regione sta venendo meno ai suoi obblighi di responsabilità verso la tutela degli animali selvatici. Attendiamo fiduciosi che si arrivi al divieto di caccia al fine di garantire una ripresa demografica delle specie tutelate dalla Costituzione”.