Anche quest’anno, in vista della Pasqua, l’Associazione Animalisti Italiani torna a far sentire la propria voce con la campagna nazionale “Save the Lamb 2025”, un appello forte e pacifico per difendere gli agnelli, simbolo di innocenza, vittime sacrificali di una tradizione che molti continuano a seguire senza interrogarsi sulle sue implicazioni etiche e ambientali.
Una mobilitazione capillare per toccare le coscienze
Nella Domenica delle Palme, ma anche nei giorni antecedenti, centinaia di volontari hanno popolato chiese, scuole e piazze in tutta Italia: dalla Toscana al Lazio, dall’Emilia Romagna alla Puglia, distribuendo oltre 85.000 volantini informativi. Indossando felpe e magliette con messaggi di empatia animale e rispetto per la vita, hanno promosso una Pasqua “cruelty free”, chiedendo alle famiglie italiane di smettere di consumare carne di agnello, gesto simbolico ma concreto per costruire una società più giusta e compassionevole.
Il destino degli agnelli: numeri e realtà
Secondo i dati ISTAT aggiornati al 2024, ogni anno in Italia vengono macellati oltre 1 milione di agnelli, con un picco significativo proprio nel periodo pasquale. La maggior parte di questi cuccioli ha meno di 30 giorni di vita al momento della macellazione. Sono strappati alle madri, caricati su camion, spesso trasportati per ore senza acqua né cibo, per poi finire nei macelli — tutto in nome di una “tradizione” che tale non è.
Carne e società: il costo nascosto
Oltre all’impatto etico, la produzione di carne ha ripercussioni gravi su ambiente, salute pubblica ed economia globale. Secondo la FAO, l’industria zootecnica è responsabile di circa il 14,5% delle emissioni globali di gas serra, più di tutto il settore dei trasporti messo insieme. Inoltre, allevamenti intensivi consumano quantità enormi di acqua e suolo: per produrre un solo chilogrammo di carne d’agnello servono in media 4.000 litri di acqua.
Sul fronte sanitario, numerosi studi collegano il consumo di carne rossa e lavorata a un maggiore rischio di malattie cardiovascolari, tumori e diabete di tipo 2. E, in un’epoca in cui le pandemie zoonotiche sono un rischio reale, ridurre la dipendenza dagli allevamenti animali è una scelta di prevenzione intelligente.
La proposta: una Pasqua vegana, più giusta per tutti
Gli Animalisti Italiani propongono un’alternativa che rispetti la vita e celebri i veri valori pasquali: pace, amore, compassione. Una Pasqua vegana non solo è possibile, ma è anche deliziosa. In rete sono disponibili migliaia di ricette che replicano i sapori della tradizione senza fare male a nessuno. L’associazione fornisce gratuitamente menù pasquali vegani, oltre a consigli nutrizionali e materiali informativi per facilitare il cambiamento.
Walter Caporale, presidente dell’Associazione, ha dichiarato:
“Non si può parlare di rinascita e amore mentre si uccide un cucciolo indifeso. Scegliere di non mangiare agnello è un gesto piccolo ma potente. Salva una vita, rispetta il creato e manda un messaggio chiaro: il futuro sarà etico, o non sarà.”
🐑 “Save the Lamb 2025” è più di una campagna: è un invito a riflettere su chi vogliamo essere.
Perché il cambiamento non comincia dai governi, ma dal piatto di ciascuno di noi.
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