Al centro delle proteste delle associazioni c’è la morte di Rocky, un cane che soffriva di crisi epilettiche. Dalla segnalazione che abbiamo ricevuto, il cane sembrerebbe essere stato sottoposto a eutanasia dopo un cambio di terapia che lo ha ridotto in condizioni irreversibili. Ricordiamo che questo non è di certo il primo caso di malasanità nei canili romani: si pensi alla cagnolina Joy morta anche lei per eutanasia a causa di tumori diffusi non individuati nel tempo, così come a Ricky, giovanissima, a cui era stata diagnosticata l’artrosi anziché un osteosarcoma e al cane Igor trovato misteriosamente senza vita presso il Canile di Ponte Marconi lo scorso giugno.
Dichiara Walter Caporale Presidente degli Animalisti Italiani: “Abbiamo chiesto al sindaco Gualtieri di non continuare a ignorare la situazione critica e di prendere immediati provvedimenti e, nelle more dell’esecuzione di un prossimo bando serio, non al ribasso, ampliare i servizi dell’attuale gestore. Non possiamo aspettare un altro anno, se l’appalto per il servizio veterinario affidato dall’amministrazione Gualtieri è partito male, non possiamo accettare che ne facciano le spese i nostri fratelli animali. Serve una presenza continua dei veterinari in canile per offrire un servizio sanitario efficace ed efficiente con analisi e terapie adeguate quotidiane e un monitoraggio costante della salute degli animali. Richiediamo un servizio di assistenza veterinaria H24 che finora non è previsto dai bandi comunali. Pretendiamo un incontro con il Dipartimento Ambiente per fare il punto della situazione e garantire la massima operatività nel canile. Nell’augurarci che quello di Rocky sia l’ultimo caso di malasanità, richiederemo l’accesso agli atti per visionare il suo fascicolo sanitario e per procedere, eventualmente, per le vie legali”.
I cani che hanno perso la vita nei canili della Capitale sono l’emblema del fallimento nella tutela della salute degli animali da parte dell’amministrazione comunale. Rocky aveva 6 anni ed era al canile della Muratella dal 2019 in cura per epilessia.
Esamineremo attentamente la cartella clinica di Rocky. Del suo caso, nei giorni scorsi, ne aveva parlato in Parlamento persino il deputato Francesca Flati rimarcando la disperata situazione del canile in cui gli animali sono in costante pericolo e facendo riferimento, in particolare, ai 4 cani epilettici della Muratella: Rocky, Tortellino, Lampo e Penny.
Solo l’umana pietà di una persona che ha deciso di adottare Rocky, quando le sue condizioni erano ormai disperate, ha permesso ai medici – di un ulteriore centro veterinario esterno, la clinica Gregorio VII, dove è stato ricoverato d’urgenza il povero cane – di oltrepassare la burocrazia e poter procedere, così, con l’eutanasia compassionevole.
Rocky è morto 2 volte: per malasanità e per mancanza di pietà.
Animalisti Italiani ha riscontrato la stessa cattiva gestione anche per quanto riguarda il cane Pumo: è proprio una nostra volontaria ad accorgersi, durante il volontariato in canile, di uno strano rigonfiamento sul corpo del cane. Immediata è la nostra segnalazione, a cui però corrisponde la mancanza di un adeguato monitoraggio sanitario. Suddetto rigonfiamento crescerà pian piano nel tempo e solo successivamente verrà diagnosticato un tumore.
Ci chiediamo se e quando sarebbero intervenuti i veterinari del canile con opportuna diagnosi e terapia, senza il nostro intervento.
La volontaria degli Animalisti Italiani ha adottato Pumo eppure oggi stiamo sollecitando nuovamente il settore di competenza affinché l’adottante riceva il libretto sanitario del cane per poter proseguire le cure dell’amico a quattrozampe.
Anche la storia di Pumo mostra la necessità della presenza fissa di veterinari esperti nelle strutture comunali per consentire diagnosi precoci e cure tempestive sulle quali, al momento, ci sono evidenti lacune da colmare.