– Roma, 14 marzo 2016. Lo Zimbabwe è uno dei meravigliosi Paesi Africani dove da anni, purtroppo, per far fronte alla crisi economica, cacciatori assassini europei ed americani pagano circa 500 euro al giorno per uccidere, legalmente, animali protetti in altre zone ed in via di estinzione: leoni, elefanti, rinoceronti, giraffe, bufali…Claudio Chiarelli si era trasferito da decenni in Africa per seguire le sue due grandi passioni: la caccia e la natura. Insieme al figlio, anche lui cacciatore, erano diventati Guide Safari e per cacciatori. ” La morte dei due cacciatori italiani non mi sorprende:” dichiara Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani Onlus -chi semina vento raccoglie tempesta. Ci dicono che i due cacciatori sono stati uccisi durante una azione contro i bracconieri. Io frequento l’Africa da molti anni e posso garantire che purtroppo la corruzione è capillare e diffusissima e che tutti – italiani e locali – accettano soldi per la caccia anche di frodo. Le stesse Guardie dei Parchi, pagate in genere dai 100 ai 300 euro massimo al mese, sono le prime ad essere disponibili per i cacciatori italiani ed occidentali, anche per la loro profonda conoscenza degli animali e del territorio. Dunque: nè santi nè eroi nè profeti. I due cacciatori italiani sono morti perché avevano scelto di vivere in Zimbabwe e di dedicare la loro vita alla caccia ad animali selvatici e selvaggi. Del resto, Claudio e Massimiliano sono stati uccisi nelle stesse zone in cui Walter Palmer, il criminale dentista americano ammazzò nei mesi scorsi, oltre ad altre centinaia di elefanti e giraffe, il leone Cecil. In Africa tutti fingono di combattere il bracconaggio, e magari ogni tanto lo fanno anche per coprire le apparenze: dopodiché il 90% delle stesse persone che va a caccia, accetta soldi dai turisti occidentali che vogliono provare l’ebbrezza criminale, immorale, vile ed ignobile di uccidere un leone o un elefante”.
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