Infastidito dalle deiezioni del gatto del vicino, un pensionato uccide l’animale, annegandolo.
I militari attivatisi a seguito della segnalazione di un cittadino circa la sparizione del proprio gatto, hanno individuato il colpevole che, interpellato in merito, ammetteva la propria responsabilità riferendo di aver catturato l’animale con una cassetta-trappola costruita artigianalmente e di averlo poi soppresso annegandolo.
Dichiara Riccardo Manca, Vicepresidente degli Animalisti Italiani:
“Questa azione macabra, folle e perversa, avvenuta a Vermiglio, un paesino in provincia di Trento, evidenzia ancora una volta l’inaudita e gratuita violenza a cui vengono sottoposti gli Animali; tornano alla mente le uccisioni seriali di gatti avvenute nel comune francese di Lavaur, dove un uomo di 80 anni li annegava allo stesso modo, perché gli sembrava normale sterminare i felini che lo infastidivano poiché entravano nel suo terreno.
E’ proprio questa reiterata ‘normalità’ nel sottovalutare la vita di qualcuno solo perché possiede sembianze diverse dalle nostre che deve spaventarci.
La mancanza di rispetto verso i più deboli è l’origine di tutti i mali del mondo; ed è nondimeno raccapricciante che la politica e le istituzioni tutte restino totalmente indifferenti a un improcrastinabile e più che mai necessario inasprimento delle pene per chi si macchia di simili crimini.
Reati sempre più crudeli e sempre più frequenti; un “allarme sociale” come dimostrato da un’ampia letteratura scientifica oltre che un oltraggio nei confronti della vita, il dono più prezioso che esista al mondo.”
Il reato contestato è punibile con la reclusione da quattro mesi a due anni.
Animalisti Italiani si costituirà parte civile nel processo.
Nel frattempo ogni cittadino italiano può aiutarci firmando la petizione presente sul sito www.animalisti.it per chiedere pene più severe per chi abbandona, maltratta e uccide gli animali.