La questione riguardante il destino dell’orso M90 coinvolto nell’presunta aggressione a Mezzana, in provincia di Trento, genera un conflitto aperto tra la Giunta Fugatti e le associazioni animaliste. L’episodio a domenica, quando l’orso M90 avrebbe seguito due giovani lungo una strada forestale, generando preoccupazioni e alimentando la controversia sulla sua gestione. In risposta alla vicenda che non ha generato alcun danno, le istituzioni locali come al solito, avanzano la richiesta di abbattimento, sostenendo il diritto alla sicurezza dei cittadini.
L’associazione Animalisti Italiani, ribadisce che nulla si è fatto per vietare agli abitanti l’accesso ad alcune aree a rischio e che si ricorre esclusivamente all’estrema ratio dell’abbattimento, a discapito della tutela della specie.
Il decreto di abbattimento dovrà, però, passare attraverso il parere dell’Ispra, che è obbligatorio ma non vincolante, e dalla pronuncia della Corte Europea. L’altra ipotesi è che M90 venga trasferito al centro faunistico del Casteller, in cui erano già stati rinchiusi anche M49 e JJ4. Tra i limiti all’abbattimento c’è anche una legge del 2018, che la giunta si propone adesso di modificare con un nuovo progetto di legge che consentirebbe di uccidere fino a otto orsi l’anno.
In merito a questa decisione, il Presidente di Animalisti Italiani Onlus, Walter Caporale, afferma: “È fondamentale considerare tutte le opzioni nonviolente prima di adottare misure estreme come l’abbattimento. Gli orsi sono esseri selvatici e il loro comportamento può essere influenzato da vari fattori, inclusa la presenza umana nelle loro aree abitative. Fugatti persevera nei suoi piani di sterminio contro gli animali liberi, ma a Trento non ci si preoccupa di formare adeguatamente i cittadini sulla convivenza pacifica con i plantigradi”.
L’avvocato Pantanella, legale dell’associazione Animalisti Italiani, ha annunciato l’intenzione di presentare un’istanza di accesso agli atti per verificare la completezza e la correttezza delle informazioni a disposizione delle autorità locali. “È nostro dovere opporci all’uccisione di M90. Nutriamo seri e fondati dubbi circa la ricostruzione relativa al presunto inseguimento. Se la Provincia approverà una nuova condanna a morte, ci rivolgeremo alla giustizia amministrativa, che ha finora sospeso tutti i provvedimenti analoghi emanati da Fugatti”.
Richiamiamo l’attenzione sulle possibili alternative all’abbattimento, sottolineando l’importanza della prevenzione e della coesistenza armoniosa tra la fauna selvatica e la comunità umana. Sollecitiamo un coinvolgimento più attivo da parte delle istituzioni per trovare soluzioni sostenibili che tutelino entrambe le parti coinvolte.