“La prescrizione per il caso di Pilù è uno schiaffo alla giustizia e alla dignità di ogni essere vivente. Il nostro governo continua a voltarsi dall’altra parte, ignorando la necessità di pene più severe e dell’introduzione del carcere per chi commette simili atrocità!”. Così Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani, commenta con sdegno la vergognosa conclusione del processo a carico di Gaetano Foco, colpevole di aver seviziato e torturato fino alla morte la cagnolina Pilù, solo per fare un dispetto alla sua ex compagna.
L’uomo, condannato in primo grado a 18 mesi di carcere, ha beneficiato della prescrizione in Appello, vedendo di fatto annullata la sua pena detentiva. Una vergogna che dimostra ancora una volta l’assoluta inconsistenza delle leggi italiane a tutela degli animali. La giustizia italiana si è dimostrata ancora una volta lenta e inefficace, permettendo che un crimine così efferato restasse, di fatto, impunito.
“Condanniamo con forza l’inerzia e l’ignavia di questo governo, che se ne frega altamente di aumentare le pene per chi maltratta gli animali e di introdurre il carcere obbligatorio per questi criminali! Gli animali non sono oggetti, ma esseri senzienti, e chi li tortura deve pagare duramente!“, prosegue Caporale. “Non ci fermeremo qui! Animalisti Italiani Onlus consegnerà direttamente a Giorgia Meloni oltre 250.000 firme raccolte per chiedere pene più severe per chi maltratta gli animali. La nostra campagna, nel corso degli anni, ha ottenuto il sostegno di personaggi illustri come Rocco Siffredi, Vladimir Luxuria, Carmen Russo, Ivana Spagna, Donatella Rettore, Romina Power, Massimo Wertmuller e Tiziano Ferro, che con noi chiedono giustizia per le vittime innocenti della crudeltà umana“.
“Proseguiremo con determinazione in sede civile per ottenere il giusto risarcimento del danno subito”, conclude l’Avvocato degli Animalisti Italiani, Francesca Menconi.
La legge attuale, n.189 del 2004, prevede pene ridicole: da 3 a 18 mesi di carcere, spesso convertiti in sanzioni pecuniarie o in inutili misure alternative come la messa alla prova. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, gli assassini di animali non scontano nemmeno un giorno in prigione! Questo è inaccettabile!
Il caso di Pilù non deve essere dimenticato. Continueremo la nostra battaglia per ottenere una riforma delle leggi e l’inasprimento delle pene. La recente modifica dell’articolo 9 della Costituzione riconosce gli animali come patrimonio da tutelare: ora serve che il Parlamento trasformi questa tutela in atti concreti.
Non esistono vite di serie A e di serie B. Gli animali meritano giustizia!
Per aderire alla nostra petizione e unirvi alla nostra lotta, visitate il sito www.animalisti.it/petizione.
