Il Vice Pres. Animalisti Italiani, Cirillo:
“Chi lucra sugli animali non trova difficoltà ad essere violento anche sugli uomini”
Roma, 6 Novembre – Essere diversa. La colpa di Barbara, titolare del banco Vegan Store 83 del mercato di Testaccio, è quella di servire spiedini di seitan e verdure e di imbottire i panini con il tofu in sostituzione del più comune affettato. “Guarda che ho visto che vieni a lavoro in bici. Stai attenta, ti squarcio le gomme e ti gonfio pure”. Sono solo alcune delle minacce che la donna ha subito da alcuni esercenti del Mercato di Testaccio. Animalisti Italiani Onlus – www.animalisti.it – esprime massima solidarietà e vicinanza a Barbara, che da quest’estate esercita la sua attività di banchista presso il noto mercato romano e che mercoledì 4 novembre è stata aggredita da altri esercenti che, evidentemente, considerano ciò che è diverso e che offre un’alternativa di scelta al consumatore come un qualcosa che possa minacciare incassi e giro di clientela.
“Non ho paura – racconta Barbara ad Animalisti Italiani – tuttavia non posso negare di sentire il loro odio sulla mia pelle. Il clima è mutato con il trascorrere delle settimane. Inizialmente c’era una sorta di pacifica convivenza ed equilibrio. Poi le cose sono cambiate. Hanno appeso nei loro banchi cartelli con scritto ‘Salva la pianta e mangia il vegano’, poi i dissapori e le minacce. Finché, il mercoledi appena trascorso, sono arrivati a mettermi le mani in faccia”. Prepara piatti vegani, propone prodotti cruelty free ed è apertamente contraria allo sfruttamento e la tortura degli animali ai fini alimentari. Ebbene, la sua – nel mercato di Testaccio – è evidentemente una voce fuori dal coro che in molti vogliono azzittire e intimidire. Anche con la violenza.
Così il Vice Presidente di Animalisti Italiani, Pier Paolo Cirillo: “L’episodio di Barbara conferma come chi è abituato a ricavar profitto dallo sfruttamento degli animali abbia, puntualmente, una tendenza a comportamenti violenti. L’Associazione Animalisti Italiani esprime massima solidarietà ad una persona che è stata aggredita per ignoranza e per la fobia verso il diverso, in qualunque forma si manifesti”.
Barbara non ha alcuna intenzione di mollare né di farsi intimidire. Le hanno detto che le bruceranno il box, che se non la pianta con i suoi incensi e prodotti cruelty free le daranno una lezione.
“Non sono intimorita ma mi sento a disagio – commenta -. Ringrazio chi mi è stato vicino e chi continua a passare a trovarmi per vedere come sto e non farmi sentire sola. In un altro Paese, sebbene tutti gli Stati abbiano le loro falle, probabilmente non sarebbe accaduto”.
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