Per molti versi è simile a un bollettino di guerra il dossier pubblicato dall’Associazione “Vittime della Caccia” a conclusione della stagione venatoria 2021/2022. Nel documento una serie di dati allarmanti: si parla di 90 incidenti, 72 in ambito venatorio e 18 in ambito extravenatorio.
Tra i non cacciatori infatti, sono state 35 le persone coinvolte di cui 23 feriti (19 in ambito venatorio). Si contano però anche 12 morti in ambito extravenatorio, cioè vittime di omicidi o incidenti legati alla detenzione di fucili da caccia. In alcuni casi sono stati coinvolti anche dei minori. Sono invece 43 i feriti e 12 i morti tra i cacciatori.
La Toscana è stata la regione con il più alto numero di vittime, ben 13, seguita dal Lazio con 11.
Non è esattamente quantificabile il numero notevole di vittime animali.
Pensate soltanto che la caccia stessa ha già portato praticamente a estinzione fagiani e lepri: al punto che esistono allevamenti specializzati per la riproduzione di questi animali che poi vengono liberati sul territorio per consentire nuove attività di caccia.
“Ci chiediamo ormai da anni come sconfiggere la potente lobby della caccia che sparge impunita sangue innocente, lasciando indifferenti istituzioni e legislatori che piuttosto li appoggia con deroghe continue anche in tempo di pandemia mondiale. Sarebbe ora di deporre le armi, lasciando al passato ancestrale la caccia, ormai non necessaria per la sopravvivenza umana! Il paleolitico è stato superato! Ma per molti pare di no, purtroppo”, commenta Walter Caporale Presidente degli Animalisti Italiani.
Nel 2022/2023 non vorremmo più leggere sui giornali storie di cacciatori che non rispettano le distanze di sicurezza, che invadono spazi privati, sparano agli animali domestici o commettono reati come il bracconaggio.
Le emergenze sanitarie dell’influenza aviaria e della peste suina africana ci hanno insegnato che le attività correlate alla caccia possono essere molto pericolose, perché favoriscono la diffusione dei virus, tanto che la caccia è stata vietata nelle aree infette proprio da PSA.
È tempo di evolverci tutelando la vita in tutte le sue forme.