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STOP YULIN, IL FESTIVAL DELLA CARNE DI CANE IN CINA

  • 20 Giugno 2016
  • Comunicati Stampa
  • 0 comments

A poco più di 10 giorni dal massacro, la campagna di informazione per dire “no” al Festival di Yulin – che si terrà il 21 giugno – è un vero e proprio battage che invade il mondo intero e agita il web – come titola Le monde.

 

STOP YULIN, IL FESTIVAL DELLA CARNE DI CANE IN CINA

 

Anche in Italia c’è chi dice “no” al Festival di Yulin: l’Associazione Animalisti Italiani Onlus lancia un mail bombing e organizza per martedì 21 giugno dalle 10 alle 12 un presidio davanti l’Ambasciata Cinese a Roma in Largo Ecuador per chiedere di fermare il Festival di Yulin.

 

Roma, 8 giugno 2016 – Dal 2010 a Yulin – città-prefettura della Cina nella Regione autonoma di Guangxi Zhuang – ogni anno viene “celebrato” il 21 giugno il Festival della carne di cane, una barbara “usanza” priva di alcun retaggio di antiche tradizioni.

 

Rubati ai legittimi proprietari durante l’anno o raccolti lungo le strade perché randagi, migliaia di cani sono uccisi dopo essere stati torturati, perché si crede che la sofferenza ne renda afrodisiache le carni se mangiate il giorno del solstizio d’estate che sono anche fonte di salute e fortuna.

 

A poco più di 10 giorni dal massacro la campagna di informazione per dire “no” al Festival di Yulin è un vero e proprio battage che invade il mondo intero e agita il web – come titola Le monde.

 

Il consumo di carne di cane e di gatto in Cina – come in Corea, Thailandia, Vietnam, Filippine – è una tradizione ultracentenaria ma non è necessario essere un amante degli animali per non restare indifferente di fronte a tutto questo: la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale proclama all’articolo 3 che nessun animale dovrà essere sottoposto a maltrattamenti e ad atti crudeli e se la soppressione di un animale è necessaria, deve essere istantanea, senza dolore, né angoscia. Questo non accade a Yulin, dove per attrarre turisti e promuovere così il consumo di carne canina alimentando il mercato illegale, alcuni commercianti hanno deciso di creare un evento annuale.

 

Catturati con reti e poi rinchiusi in spazi angusti, spesso strappati alle loro famiglie per essere picchiati, scuoiati e bolliti vivi fino a morire tra mille sofferenze, la sorte dei cani di Yulin solleva l’indignazione dell’opinione pubblica internazionale che ha già fatto molto per fermare questa barbarie e sostenere il cambiamento all’interno della Cina con leggi a tutela degli animali.

Il consumo regolare di carne di cane e di gatto, senza implicazioni emotive perché rientra nella tradizione culturale di alcuni Paesi asiatici, non concerne con la crudeltà di quanto accade a Yulin che non è accettabile e si discosta tragicamente da qualsiasi tipo di comprensione da parte del resto del mondo: le aberranti modalità con cui a Yulin gli animali sono trasformati in carne da macello non possono non essere rese visibili agli occhi dell’intera comunità internazionale.

 

Gli appelli di Associazioni (Animalisti Italiani Onlus, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Lega Anti Vivisezione), Organizzazioni (Human Society International, Last Chance for Animals, Green America) Fondazioni (Fondazione Bigitte Bardot, Animals Asia), divi e star internazionali (gli attori Ricky Gervais e Simon Cowell, la cantante Leona Lewis, la star dei jet set Paris Hilton, la produttrice discografica Sharon Osbourne, l’imprenditrice e filantropa Lisa Vanderpump), animalisti e gente comune, scuotono le coscienze del mondo intero, mentre continuano a restare immobili il Governo Cinese e il Governatore del Guangxi.

 

Molti anche gli attivisti cinesi – tra i quali spiccano quelli aderenti alla Fondazione Animals Asia – che con coraggio e determinazione, si battono da anni per fermare il Festival di Yulin. Tanti fanno pressione, chiedendo un cambiamento e spesso s’impegnano per salvare gli animali comprandone quanti più possibile.

 

Human Society International, una delle maggiori organizzazioni al mondo per la difesa dei diritti degli animali, si impegna da anni con un’incessante campagna di sensibilizzazione. Attraverso i media, HSI ha dato la possibilità a tante celebrities di farsi testimonial per fermare il massacro. Ma è soprattutto recandosi coraggiosamente sul campo che gli attivisti agiscono, raccogliendo nel tempo numerosi video e foto per testimoniare cosa accade a Yulin in quei giorni. Soprattutto Ricky Gervais ha regalato la sua immagine e il suo generoso contributo alla HSI che lancia una petizione per supportare sul campo gli animalisti cinesi nel riscattare e salvare cani e gatti, nel tentativo di sensibilizzare gli abitanti locali ad abbandonare una barbarie medioevale che nulla ha a che vedere con la tradizione e la cultura.

Tra gli organi coinvolti anche la Fondazione Brigitte Bardot rilancia una petizione appellandosi alle autorità locali e scende in campo con i coraggiosi volontari cinesi minacciati dalla mafia locale che ruba gli animali ai proprietari.

L’imprenditrice, filantropa e tenace animalista Lisa Vanderpump ha portato avanti un’intensa campagna di sensibilizzazione attraverso il sito www.stopyulinforever.org dove volti celebri e persone comuni si uniscono per chiedere di non girarsi dall’altra parte. L’appello è affidato a un musetto fortunato, il cagnolino Yuli, salvato da Yulin, che chiede agli esseri umani di diventare “Awareness Ambassadors”, ambasciatori di consapevolezza.

L’Europa con l’hashtag #LondonSgainstYulin mantiene viva la comunicazione tra gli animalisti. Con questo hashtag è stata indetta una protesta a Londra il 24 giugno davanti all’Ambasciata cinese, con lo slogan “gli amici non si mangiano, aiutateci a salvargli la vita”.

 

In Italia il TG2 si è fatto portavoce sin dall’anno scorso della campagna di sensibilizzazione contro il massacro di Yulin. Con due servizi andati in onda il 19 aprile e il 26 maggio 2016, la Redazione ha raccontato agli italiani quanto crudele sia questa ricorrenza.

E anche Roma dice “no” a Yulin: l’Associazione Animalisti Italiani Onlus organizza per martedì 21 giugno dalle ore 10 alle 12 un presidio davanti l’Ambasciata Cinese a Roma in Largo Ecuador, per chiedere di fermare il Festival di Yulin che si terrà il 21 giugno.

Inoltre l’associazione rinnova l’invito a tutti i cittadini a inviare una mail di protesta all’ambasciatore S. E. LI RUIYU (Fac-simile:  http://bit.ly/22xgm1X). “Lo scorso anno il MAIL BOMBING fu un successo – chiosa il Presidente Walter Caporale – un funzionario dell’ambasciata cinese ci chiamò adirato per farci interrompere subito la nostra iniziativa. La loro motivazione fu che la festa di Yulin era affar loro e non ci dovevamo immischiare. Inutile dire che quest’anno vorremmo che fossero almeno il doppio le mail che riceveranno!”.

 

Gandhi diceva che “la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” e dire “no” al Festival di Yulin è opporsi a uno dei tanti crimini contro la Natura e contro gli Animali che – scriveva Gerald Durrell, tra i più grandi naturalisti dello scorso secolo – “sono la stragrande maggioranza su questo pianeta, senza voce e senza voto che può sopravvivere soltanto grazie al nostro aiuto”.

 

Uffici Stampa

Flavia Sciortino | noyulin@gmail.com | M. +39 389 0552538

 

Animalisti Italiani Onlus

Ricci Giovanna | comunicazione@animalisti.it | M. +39 342 8949304

 

Immagini HD scaricabili dal seguente link: http://bit.ly/NO_YULIN

 

Hashtag Ufficiale

#STOPYULIN2015

 

Stop Yulin Forever > www.stopyulinforever.org

 

Associazione Animalisti Italiani Onlus > www.animalisti.it

 

per firmare la petizione e chiedere al governatore della provincia di GuanXi di intervenire > https://www.change.org/p/stop-the-yulin-dog-meat-eating-festival

 

RASSEGNA STAMPA: 

24 Zampe –> http://bit.ly/28ICSm8

Il Messaggero.it –> http://bit.ly/28CWm2e 

Animalier Magazine –> http://bit.ly/28KXFX9 

Amore a 4 zampe –> http://bit.ly/28LjXsQ

Io Libero – Avcpp –> http://bit.ly/28N4syJ

Leggo –> http://bit.ly/28N4O8r

Next Quotidiano –> http://bit.ly/28NqiSN

 

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