QUASI 80 MILA LE FIRME RACCOLTE! LA PETIZIONE PUNTA ANCHE AL RICONOSCIMENTO DELLE GALLINE COME ANIMALI DA COMPAGNIA
Roma, 29 novembre – Domani, mercoledì 30 novembre, alle ore 12, una delegazione del Coordinamento LAM e il vicepresidente di Animalisti Italiani Onlus Pier Paolo Cirillo depositeranno al ministero dell’Agricoltura una petizione per porre fine al l’orrenda pratica della triturazione dei pulcini nelle fabbriche di uova.
La petizione ha raccolto quasi 80 mila firme, che dimostrano come il tema sia fortemente sentito da tutti coloro i quali hanno a cuore la vita degli animali e sono contrari alla sofferenza inutile di qualsiasi essere vivente.
La triturazione dei pulcini vivi è praticata in moltissimi allevamenti di galline ovaiole. Qui i pulcini maschi, poiché non possono produrre uova, vengono gettati vivi in un tritacarne. Questo metodo barbaro e sommario è stato già messo in discussione in diversi Paesi: in Germania e negli Stati Uniti sono già state approvate leggi che prevedono l’utilizzo di pratiche alternative rispettivamente dal 2017 al 2020, attraverso tecniche che permettono di individuare il sesso dei pulcini prima della nascita.
Ma l’obiettivo della petizione è anche un altro: riconoscere pulcini, galli e galline come animali da compagnia, garantendo loro tutti i diritti riconosciuti a questo tipo di animali. Ciò porterebbe alla fine di un’altra orrida pratica: la castrazione dei polli al vivo al fine di farli diventare dei capponi, che provoca ai polli stessi immani sofferenze.
“Trovo assurdo che in un Paese civile, nonostante la legge sul benessere degli animali imponga di ucciderli senza farli soffrire, si consideri normale la triturazione dei pulcini – ha detto Pier Paolo Cirillo, vicepresidente di Animalisti Italiani Onlus.
“Oltre a questo – ha aggiunto Simona Basilico, del Coordinamento LAM – va sottolineato come galli e galline siano animali molto intelligenti, e che sarebbe quindi giusto e logico riconoscerli come animali da compagnia, meritevoli di diritti che oggi non gli vengono riconosciuti”.
La speranza quindi è che, anche attraverso questa petizione, l’Italia si allinei agli altri importanti Paesi che hanno deciso di dire basta alla tortura di questi animali.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.