“Adottate sempre e non comprate perché gli animali non sono oggetti, ma soggetti di diritto, esseri senzienti la cui vita va assolutamente rispettata. Siamo soddisfatti relativamente all’ottenimento di sanzioni più severe per chi commercia cani e gatti, ma rifiutiamo categoricamente ogni forma di business (legale e illegale) che ruota attorno ai nostri fratelli animali. Il termine commercio non può essere accostato a nessun essere vivente!” così esordisce Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani, in merito alla decisione del Parlamento Europeo che ha chiesto un sistema comunitario obbligatorio per la registrazione di cani e gatti, una definizione Ue degli impianti di allevamento commerciale su larga scala, noti come ‘fabbriche per cuccioli’ e una migliore applicazione della normativa esistente con sanzioni maggiormente stringenti.
Si stima che ogni mese vengano scambiati tra i paesi dell’Ue circa 46.000 cani, la maggior parte dei quali non è registrata.
Conclude Riccardo Manca, Vice Presidente degli Animalisti italiani: “Sicuramente è un passo in avanti. Ma siamo ben lontani dalla sacrosanta considerazione degli animali come esseri senzienti a 360 gradi e quindi degni di piena considerazione anche a livello giuridico. Il commercio di animali non dovrebbe proprio esistere. Non solo quello illegale. La vita non si compra e Animalisti Italiani di questo hashtag ne ha fatto anche una campagna nazionale. Il riconoscimento del pieno stato di soggetti senzienti anche a livello normativo avrebbe una cascata di ricadute positive in tutti i settori. Da quello delle pene per chi li maltratta o li uccide a tutti gli ambiti in cui vengono sfruttati, torturati, derisi e umiliati. Non sarebbero più vite di serie B e questo assunto si configurerebbe come un enorme volano per l’abbattimento dello specismo e dell’antropocentrismo”.