Ancora un cavallo morto a causa di un incidente avuto durante la manifestazione che, nel corso degli anni, ha causato decine e decine di vittime animali. Animalisti Italiani, LNDC, OIPA e Progetto Islander sporgono denuncia e chiedono ancora una volta l’abolizione di questi eventi. Raol, il cavallo della contrada della Giraffa, è morto a seguito dell’incidente avuto durante il Palio Straordinario dedicato alla fine della prima guerra mondiale che si è tenuto il 20 ottobre. Stando a quanto riportato dalle fonti ufficiali, il cavallo è stato prontamente trasportato presso una clinica veterinaria dove avrebbe ricevuto delle cure ma senza successo, ed è quindi deceduto a causa di complicazioni.
I cavalli morti nel corso o a causa di manifestazioni come palii e giostre, che si tengono in tutta Italia e di cui quello di Siena è solo l’esempio più famoso, sono numerosissimi ma nonostante questo si continua a organizzare questi eventi anacronistici e senza senso. Il Comune di Siena ha rilasciato una nota ufficiale dicendo che “non accetta provocazioni da chiunque abbia solo l’interesse a farsi pubblicità, non conoscendo la nostra cultura, tradizione, rispetto e cura dei cavalli”. Eppure è molto difficile pensare che ci sia realmente rispetto e cura considerando le condizioni in cui vengono fatti correre questi poveri animali e il numero di decessi che c’è stato nel corso degli anni.
Le Associazioni Animalisti Italiani, LNDC, OIPA e Progetto Islander tornano ancora una volta a chiedere l’abolizione di queste usanze medievali e sporgono denuncia affinché si faccia chiarezza sulle cause della morte del povero Raol. “Volendo fare dell’ironia, si potrebbe dire che una manifestazione dedicata alla prima guerra mondiale si è giustamente chiusa con la morte di un innocente”, affermano le Associazioni. “I cavalli coinvolti in questi eventi infatti sono le vittime di un sistema di sfruttamento e coercizione che non tiene in minima considerazione le loro esigenze e il loro rispetto, nonostante venga affermato il contrario. Continueremo a chiedere a gran voce la fine di queste usanze e il boicottaggio da parte dei tanti cittadini sensibili ai diritti degli animali.”