“Un cane è stato bruciato vivo perché abbaiava troppo. È accaduto alle 2:30 del mattino a San Pietro Vernotico (Brindisi). Il povero animale è stato prima legato, poi cosparso di liquido infiammabile e addirittura gli è stata persino negata la fuga chiudendo con un armadio la strada che gli avrebbe permesso di entrare in casa”. Lo rende noto Alfonso De Liguori, rappresentante locale di Animalisti Italiani onlus. “È un crimine efferato – prosegue – Pretendiamo una risposta ferma da parte delle istituzioni. La mia associazione si costituirà parte civile. Abbiamo immediatamente chiamato il dr. Pietro De Rocco, che ha prestato le prime cure all’animale, per sincerarsi sulle attuali condizioni di salute. Il cane ha escoriazioni su tutto il corpo, presenta dei gravi danni nell’area scrotale, lesioni facciali e l’occhio destro rovinato dal fuoco. È un essere che dovrà superare con l’amore della sua famiglia il terrore vissuto e la violenza subita. Questo atto criminale avrebbe potuto provocare danni ancora più gravi se i vicini non avessero chiamato i soccorsi. Le fiamme hanno annerito il prospetto dell’abitazione coinvolta e quella vicina. Sono al vaglio degli inquirenti le telecamere poste nelle vicinanze che potrebbero aver immortalato l’autore del gesto criminale. Il giovane padrone del quattro zampe appresa l’inquietante notizia ha fatto sapere che tornerà dall’Olanda, dove lavora, per potarselo via con sé. Lo aveva affidato temporaneamente alla nonna, come fido compagno, visto che gli era stata negata la possibilità di alloggio con animale a seguito. La famiglia aveva ricevuto diverse minacce di morte rivolte al cane, poi il tragico epilogo”. Conclude De Liguori: “daremo battaglia perché davanti a questi episodi ci sia una risposta concreta da parte del legislatore. Crediamo che un’Italia incivile non possa essere più tollerata. Noi non ci stiamo più, non siamo più disposti a tollerare questa cattiveria contro esseri indifesi. Rinnoviamo il nostro appello al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per aumentare le pene per i reati commessi in danno degli animali. Questa ennesima storia di crudeltà deve servire a tutti per renderci conto che siamo arrivati al limite”.