Lui è Wolf, un bellissimo pastore tedesco di appena 7 anni, ceduto dal proprietario e ormai ospite del canile rifugio Muratella. Ricoverato dal 17 gennaio presso la clinica privata convenzionata con il gestore dei canili comunali, è a rischio soppressione, a detta del direttore sanitario, che ha dato tempo fino a fine mese di gennaio alle associazioni animaliste accreditate di trovare uno stallo esterno al canile. In assenza del quale il cane sarebbe sottoposto a “eutanasia compassionevole” in quanto di impossibile gestione in canile.
https://www.facebook.com/watch/?v=398237319437803
Oggi una volontaria è andato a trovarlo in clinica, come documentato nel video: a Wolf sono state riscontrate alcune protusioni, mangia di appetito, urina e defeca autonomamente, non reagisce aggressivamente alle manipolazioni, e si muove con l’aiuto di un semplice sospensore posteriore.
Tutte condizioni che permettono il prosieguo della terapia conservativa o la valutazione di un eventuale intervento chirurgico.
Il cane non è in uno stato di sofferenza profonda e senza ritorno e non è a fine vita. Wolf necessita solo di terapie e cure, come ogni proprietario farebbe con il proprio cane.
Essendo quindi il legittimo proprietario del cane Wolf il Sindaco di Roma, le associazioni (Animalisti Italiani – sede Roma, AMANT OdV, Io Libero Avcpp, ENPA Odv sezione di Roma, Lega Nazionale per la Difesa del Cane sez. Ostia, Zampe Pulite) hanno scritto al Dipartimento Ambiente e all’Assessorato all’Ambiente per informare le istituzioni delle reali condizioni del cane e per chiedere un consulto e una rivalutazione delle condizioni sanitarie.
Secondo voi Wolf – abbandonato dal proprietario che lo ha gettato via come un giocattolo non più divertente – è un cane da sopprimere?
Guardate il video e valutate voi stessi.
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In calce la LETTERA:
Oggetto: Cane Wolf matr. 2023/2108 ricoverato presso Clinica Veterinaria Roma Sud convenzionata con il gestore Rifugio Agro Aversano srl
Con riferimento al cane in oggetto (pastore tedesco cdp di circa 7 anni, ospite del canile rifugio Muratella), ricoverato presso la clinica veterinaria Roma Sud dal 17 gennaio u.s., le Associazioni scriventi inserite per cc, chiedono con immediato riscontro una rivalutazione delle condizioni sanitarie del cane. Detta rivalutazione si rende necessaria ed imprescindibile in quanto le condizioni del cane , così come evidenziano le foto e i video allegati, non sono attualmente di tale ed irreversibile gravità, come affermato dal Direttore Sanitario dott. ssa Buffatello su richiesta dei volontari e da ultimo comunicato ad alcune Associazioni nel corso di una video chiamata avvenuta in data 25 gennaio us.
In particolare la dott.ssa Buffatello ha fatto presente che non verrà effettuato alcun intervento chirurgico in quanto la gestione del post operatorio e la relativa fisioterapia sono incompatibili con la permanenza in canile a causa dei problemi comportamentali del cane e a causa del fatto che Wolf non urina e non defeca autonomamente. E ha posto come condizione, sempre nella sopracitata video chiamata whatsapp, per poter continuare nelle terapie o per poter valutare un eventuale intervento chirurgico, la disponibilità delle associazioni a prendersi in carico il cane, disponibilità da comunicarsi tassativamente entro domenica 28 gennaio p.v.
Venerdì 26 gennaio una volontaria si è recata presso la clinica Roma Sud (dopo essere stata autorizzata dal gestore dalla stessa dottoressa Buffatello) e ha potuto verificare che il cane è stato sottoposto a una Tac che ha evidenziato alcune protusioni (non ernie, come precedentemente comunicato), non reagisce aggressivamente alle manipolazioni, urina e defeca autonomamente, mangia di appetito ed è in grado di muoversi aiutato con un semplice sospensore posteriore.
Il diktat espresso dalla dott.ssa Buffatello nega al cane il proprio diritto alla vita e ad una legittima aspettativa di superare lo stato di disabilità e investe le associazioni di volontariato di una responsabilità non a loro carico.
Le parole della dottoressa Buffatello sono state infatti chiare: ha demandato alle associazioni la ricerca di un luogo adeguato dove stallare il cane a loro spese dopo l’intervento, in mancanza del quale sarà praticata “eutanasia compassionevole”.
Tutto ciò è inaudito: ricordiamo che i cani ed i gatti ospitati presso le strutture comunali sono di proprietà del Comune di Roma e non del gestore o del direttore sanitario.
Chiediamo pertanto la suddetta rivalutazione ed un consulto con il responsabile sanitario della Clinica Roma Sud che ha redatto il referto della Tac.