Domenica 20 settembre è una giornata di lutto universale: riapre i battenti l’attività venatoria 2020/21, che si concluderà il 31 gennaio per quasi tutte le specie; ad eccezione di alcune regioni in cui la caccia a corvidi e colombaccio potrà proseguire sino al 10 febbraio 2020, mentre la caccia di selezione con carabina ad alcune specie di ungulati, come i cervidi ed il camoscio, è scaglionata anche in altri mesi dell’anno.
“Se fossimo nel paleolitico non ci sarebbe nulla di strano. Ma siamo nel 2020!
Uno sparuto manipolo di “travestiti da Rambo”, si permette di oltraggiare il dono più grande che esista al mondo: la vita!
Gli animali sono vittime di un sistema marcio che in ossequio a un pervertito scientismo da salotto televisivo e con l’avallo di uno Stato insensibile al volere del popolo sovrano, concede l’invereconda opportunità legale di dilaniare meravigliose creature pulsanti e bramanti di vita.
Le vostre cosiddette ‘buone maniere’ sbattono contro il muro di migliaia e migliaia di Vite spezzate, uniche, sacre e irripetibili”, dichiara Riccardo Manca Vice Presidente degli Animalisti Italiani.
Anche quest’anno, lo Stato Italiano, noncurante degli insegnamenti della pandemia, consente la ripresa di questo abominio che si osa definire sport, senza considerare che è causa di inquinamento ambientale ma anche della diffusione di preoccupanti patologie.
Pensiamo ai cacciatori che, oltre a distruggere vite, entrano in contatto con liquidi organici e interiora di animali selvatici, non sottoposti ad alcun controllo sanitario.
Abbiamo già dimenticato il problema delle zoonosi? Pur rinnovando l’appello al Governo italiano di arrestare la ripresa dell’attività venatoria, vengono sistematicamente ignorati i motivi in più per vietarla.
E intanto, oggi è arrivata la domenica, quella maledetta domenica!