“Si terrà mercoledì 26 settembre alle ore 14, presso il tribunale di Pistoia, la prima udienza che vede imputato Gaetano Foco, per aver barbaramente seviziato una povera cagnolina tipo pincher nel maggio del 2015. Il suo assassino ha filmato tutte le fasi dell’orrore e ha postato il video sul web. Immagini crude, tremende, difficili da descrivere. Pilù è deceduto a causa della ferite inferte”. Così in una nota Walter Caporale, Presidente di Animalisti Italiani onlus. “La nostra associazione – prosegue – appresa la notizia, ha prontamente querelato il Foco affinché non restasse impunito quel gesto criminale. L’imputato dovrà rispondere per il reato di maltrattamento di animali. Gli animali hanno il diritto ad avere un difensore nelle cause contro i loro aguzzini. Ho deciso di partecipare al processo contro Foco perché Pilù è uno degli animali simbolo della quotidiana violenza contro i più deboli. Sarò presente anche al presidio davanti al tribunale con tutti gli amici animalisti dalle ore 14.00 alle ore 16.00. Noi non dimentichiamo mai”. L’avvocato Francesca Menconi, rappresentante in giudizio dell’associazione, ha ricordato nella stessa nota i capi di imputazione. “Il decreto di citazione a giudizio dispone, sommariamente l’imputazione per i seguenti reati: art. 61, n. 1 e 544 ter co. 1 e 3 cp perché spinto da futili motivi riconducibili alla volontà di vendicarsi di presunti torti subiti dalla fidanzata maltrattava e creava lesioni al cane di lei. A seguito di tali condotte unite alla circostanza di aver fatto ingerire alimenti incompatibili alla natura dell’animale cagionava la morte dello stesso che sopraggiungeva per acidosi metabolica”. Conclude l’avv. Menconi: “Il reato ascritto è quello di maltrattamento di animali di cui all’art. 544 ter co. 1 e 3 in virtù dei quali ‘Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale’. Il tutto aggravato dalla circostanza dei motivi abietti o futili”.
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