STOP A TRAFFICO CANI E GATTI ALL’ESTERO: SPESSO DIVENTANO CAVIE DA LABORATORIO, PELLICCE O PELLI, MANGIME PER ANIMALI O OGGETTI SESSUALI!
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Consiglio
Noi sottoscritti cittadini della Repubblica italiana, ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione, ci rivolgiamo alla Camera dei Deputati.
Premesso che:
- La legge n. 281/’91, “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”, ai commi 2 e 3 dell’art. 2 specifica che i cani vaganti ritrovati, catturati o comunque ricoverati presso le strutture non possono essere soppressi né destinati alla sperimentazione
- In numerosi Paesi europei, come pure negli USA, le normative sono differenti e spesso prevedono la soppressione di cani, gatti e altri animali d’affezione abbandonati in strutture pubbliche o private; vi sono Paesi che legittimano la possibilità che questi animali vengano ceduti alla sperimentazione; molti Paesi inoltre non dispongono di anagrafe canina obbligatoria
- La pratica di inviare cani e gatti italiani in adozione in Paesi con normative differenti dalla nostra (Germania, Svizzera, Austria, Belgio, Svezia, Norvegia….) appare in contrasto con la Legge sul randagismo, sia perchè vengono meno le necessarie condizioni di reciprocità tra Paesi (i nostri animali non possono essere trasferiti dove, se abbandonati, possono essere soppressi legalmente) sia perché il principio di tutela affermato nella Legge è orientato ad impedire ogni forma di “mercificazione” degli animali randagi che in Italia, ricoverati in apposite strutture, possono essere oggetto esclusivo di affidamento
- I gatti, non essendo censiti in alcun Paese, sono particolarmente indifesi e la loro agevole “movimentazione” li rende particolarmente più esposti ad ogni tipo di rischio
CHIEDIAMO AL PARLAMENTO ITALIANO DI:
- Stabilire un espresso divieto alle adozioni internazionali, in particolar modo laddove non esistono condizioni di reciprocità, intenti condivisi e garanzie sulla rintracciabilità degli animali, in attesa di una maggiore certezza del quadro giuridico Comunitario e di un esteso principio di tutela degli animali d’affezione,
- Regolamentare e controllare gli spostamenti di animali da una regione italiana all’altra, introducendo l’obbligo di tracciabilità e verifica;
- Valutare l’opportunità di introdurre il sistema dei microchip anche per i gatti e, in particolar modo, per le cosiddette “colonie feline”;
- Introdurre un sistema sanzionatorio per le Asl e i Comuni che vengono meno ai doveri ed alle responsabilità loro attribuiti dal quadro normativo vigente;
- Studiare ulteriori forme di intervento al fine di ridurre le cause che determinano l’aumento del randagismo, prevedendo, eventualmente, incentivi per la sterilizzazione di cani e gatti;
-
Aumentare i controlli sugli allevamenti, per i quali è opportuno stabilire dei limiti e che devono comunque avere specifiche caratteristiche qualitative.
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