Con l’inizio del nuovo anno pare che tornino in auge vecchie discriminazioni a discapito dei nostri fratelli animali.
“Santo Padre, la capacità di amare non fa distinzioni. E chi si professa latore dell’amore universale non può discernere tra le creature, perché sono tutte opera di Dio”, così esordisce Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani, nella lettera scritta a Papa Francesco, in merito al divieto della presenza di cani e gatti in tutti gli immobili di proprietà del Vaticano.
In base al regolamento condominiale, ancora in vigore, negli appartamenti della Santa Sede gli animali non sembrerebbero essere bene accetti, in barba agli insegnamenti professati da San Francesco che, già in tempi lontani, affermava con lungimiranza: “Chi ama gli animali sa amare i suoi simili”.
E dovrebbe valere anche il contrario!
Animalisti Italiani, in vista di un possibile mutamento del regolamento vigente, si appella al Papa per l’abolizione di questa norma anacronistica e priva della pietas cristiana.
Papa Francesco ha proclamato: “Gli animali sono doni del Signore e l’uomo è il loro custode, questi non vanno maltrattati ma curati”.
Il Signore ha tanta stima nell’uomo da lui creato, che fa un passo indietro, non gli presenta la creazione già bella e fatta, ma gli chiede di collaborare.
Non sarà il Creatore a imporre i nomi agli animali da lui creati, bensì l’uomo. L’azione dell’uomo di mettere un nome agli animali va al di là dell’ovvio chiamare un animale “pecora” e l’altro “leone”, uno “cammello” e l’altro “elefante”.
Tutte le creature hanno pari dignità: l’uomo non è un arbitro assoluto, è al servizio del creato, chiamato a tutelarlo e a contribuire alla protezione di ogni essere vivente.
Pensiamo al diluvio universale: Noè salva tutte le specie viventi. Già allora, Dio non abbandona nessun animale.
Alla luce di ciò, ricordiamo che sono in vigore una serie di leggi che tutelano i diritti degli animali.
Nel 1978, presso la sede dell’UNESCO, venne proclamata la “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale”, proponendo l’etica del rispetto verso l’ambiente e tutti gli esseri viventi.
Quando nella cultura italiana esistevano solo, a favore degli animali, la pietà, la protezione, la zoofilia e l’antivivisezionismo, fu certamente uno “scandalo” parlare di diritti degli animali.
Eppure il progresso civile e morale dell’umanità ha fatto il suo corso.
Secondo l’art.1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale: “tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza“.
Non dimentichiamolo mai!
Leggi la Lettera a Papa Francesco