IN MEMORIA DI RAOL, PERICLEA E DEGLI ALTRI 51 CAVALLI UCCISI DAL PALIO DI SIENA dal 1970 AD OGGI
“Parole offensive, sprezzanti, ingiuriose, quelle usate da Walter Caporale durante la trasmissione La Zanzara”, così in un articolo pubblicato il 7 luglio 2020 su La Nazione.
Un giorno triste per gli animalisti visto che il Presidente Walter Caporale non voleva offendere nessuno.
“Io non sono il Cruciani dell’animalismo, disposto a tutto pur di provocare ed insultare”.
Il Presidente Caporale voleva soltanto portare avanti la battaglia in difesa dei diritti degli animali.
Sono stati usati paragoni forti per creare un’iperbole, un riferimento metaforico volutamente alterato sul piano contenutistico per eccesso, non per colpire i senesi o il Comune di Siena, ma per sostenere in generale che un animale, in qualsiasi contesto al di fuori del proprio habitat, se non lasciato in libertà è soggetto, inevitabilmente, a sfruttamento umano.
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Il Comune di Siena querela il Presidente degli Animalisti Italiani?
“Per noi è motivo di orgoglio essere denunciati da chi non si sente responsabile della morte di decine di cavalli per una obsoleta e anacronistica tradizione che deve essere superata. Siamo nel Terzo Millennio: le tradizioni devono adeguarsi ai cambiamenti della Società.
Abbiamo cancellato tradizioni ben più radicate del Palio di Siena, come la schiavitù, la tortura e la pena di morte. Dove ci sono sofferenza, dolore e morte di esseri viventi non c’è tradizione che tenga.
Siena è una città meravigliosa che non ha bisogno del sangue di cavalli morti per essere apprezzata ed amata. A testa alta contro chi vuole preservare ciò che appartiene al passato”, dichiara Walter Caporale, Presidente Animalisti Italiani.
“ Il Sindaco di Siena – conclude il Presidente Walter Caporale – “ deve però vergognarsi doppiamente, sia perché spende indegnamente i soldi dei cittadini, sia perché non ha mai avuto l’onestà, l’intelligenza e il coraggio di interrompere un Palio nel momento in cui moriva un cavallo. E lui amerebbe i cavalli come un figlio? Lo trovo un paragone indegno oltre che falso e vile: se lo amasse così tanto non festeggerebbe ogni anno le conclusioni di due corse insanguinate ed umilianti!”