È proprio il caso di dire non tutti i mali vengono per nuocere. Al tempo del coronavirus c’è anche il rovescio della medaglia.
Un rovescio assolutamente positivo per chi viene usato a mo’ di mero mezzo meccanico e umiliato nella sua dignità di essere senziente.
E ci riferiamo nel caso particolare ai poveri cavalli. Si tratta di una piccola rivincita per degli animali sfruttati in maniera indegna, di un insegnamento che la pandemia cerca di darci: il rispetto verso la vita.
Non si terranno infatti le corse del 2 luglio e del 16 agosto 2020 relative al Palio di Siena, evento straordinario considerando che non accadeva dal dopoguerra. Ricordiamo che 51 cavalli sono morti dal 1970 a oggi. La città di Siena dispone di un patrimonio culturale tale che non ha certamente bisogno, per incrementare il turismo, del sostegno di manifestazioni come il Palio, e tantissime altre similari che espongono gli animali al maltrattamento. Sfruttati all’inverosimile, costretti a una vera e propria giostra della sofferenza, e spesso della morte, in nome di una scellerata “tradizione” che mette la loro salute in palio!!
“Nel palio i cavalli sono macchine – dichiara Riccardo Manca VicePresidente degli Animalisti Italiani –
In questo frangente il Covid-19 si è dimostrato ‘animalista’ e ‘antispecista’.
È ora di finirla con questi ‘spettacoli’ anacronistici che offendono e umiliano gli animali: i cavalli non sono macchine da guidare, oggetti di divertimento o fenomeni da baraccone da esporre al pubblico esaltato, bensì compagni e compagne di vita.
Meravigliosi e maestosi esseri senzienti da amare e da rispettare. Tradizione vuol dire anche e soprattutto evoluzione e presa di coscienza. E evoluzione vuol dire rispettare la Vita in ogni sua forma. Gli animali non sono al nostro servizio.
Sono stati creati per essere liberi. Non per soggiacere a idiote manie di onnipotenza che nel caso del Palio di Siena si traducono in sfruttamento e morte condita da un’enorme dose di discriminazione”.
E conclude: “Palio di Siena patrimonio dell’Unesco? Non scherziamo. Al limite, quando sarà abolito, potrà essere ricordato nel Guinness dei primati: capitolo violenza e umiliazione. Non basta la sospensione limitata nel tempo, chiediamo l’abolizione definitiva!”