Gli Animalisti Italiani hanno presentato formale opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero in relazione alla morte della “Capretta di Anagni”, barbaramente uccisa il 29 agosto 2023 presso un agriturismo al confine tra Anagni e Fiuggi. Il tragico evento ha scosso profondamente l’opinione pubblica e ha sollevato il tema dell’aumento di atti crudeli e violenti nei confronti degli animali da parte di giovani e adolescenti.
La capretta, abituata alla presenza dell’uomo nell’agriturismo, si era avvicinata amichevolmente a un gruppo di ragazzi durante una festa di compleanno. In un atto di indicibile crudeltà, uno degli invitati ha maltrattato l’animale sotto lo sguardo e le risate dei suoi amici, che hanno ripreso la scena per poi condividerla su Instagram.
Secondo le ricostruzioni, la capretta è stata prima caricata su una carriola, poi gettata da una finestra a diversi metri di altezza, e infine pestata violentemente fino alla morte.
L’associazione Animalisti Italiani, insieme ad altre organizzazioni per la tutela degli animali, ha fermamente respinto la richiesta di archiviazione presentata dal Pubblico Ministero, che asserisce: “in ordine al delitto ex artt.544 bis c.p. non appare possibile stabilire se, nel momento in cui venivano compiute le condotte contestate – certamente sgradevoli e inopportune – l’animale fosse vivo o meno.
“Ulteriori indagini sono necessarie – dichiara l’Avv. degli Animalisti Italiani Francesca Pantanella. In particolare, sono state avanzate richieste di ascoltare testimoni chiave, come la moglie del proprietario e altri dipendenti dell’agriturismo, per accertare la condizione dell’animale prima dell’evento fatale e per chiarire tutte le circostanze”.
Le associazioni hanno chiesto al Gip di formulare anche un’imputazione coatta, perché ci sono tutti gli elementi per concretizzare la richiesta di citazione a giudizio per uccisione di animale.
Il presidente degli Animalisti Italiani, Walter Caporale, afferma: “Non possiamo permettere che episodi del genere vengano normalizzati. Dobbiamo intervenire con fermezza per educare le nuove generazioni al rispetto per ogni forma di vita, fermando un’escalation di crudeltà che può sfociare in atti ancora più gravi”.
L’udienza per l’opposizione alla richiesta di archiviazione è stata fissata per febbraio 2025. Nel frattempo, gli Animalisti Italiani continueranno a battersi affinché venga fatta giustizia per la capretta di Anagni e per tutti gli animali vittime di violenza.
È evidente che la società nel suo complesso, dalle famiglie alle istituzioni, deve agire tempestivamente per arginare questa deriva e proteggere gli animali da ulteriori violenze.