Roma, 23 maggio 2025 – Mentre la maison Dolce&Gabbana si prepara a conquistare Roma con cinque giorni di “finto” sfarzo, spettacolo e lusso sfrenato dal 12 al 16 luglio, gli Animalisti Italiani denunciano con forza il volto oscuro di questa manifestazione: l’uso persistente di pellicce animali, simbolo di una moda crudele e anacronistica.
Dietro il luccichio dell’Alta Moda, Alta Sartoria e Alta Gioielleria, si cela una realtà che non ha nulla di etico: pellicce ancora presenti nelle collezioni Dolce&Gabbana, nonostante in Italia gli allevamenti di animali da pelliccia siano stati finalmente vietati per legge dal 1° gennaio 2022, dopo anni di battaglie animaliste.
«È inaccettabile che in un Paese che ha finalmente chiuso gli allevamenti di visoni e altri animali da pelliccia, si continui a dare spazio e prestigio a chi ne glorifica ancora l’utilizzo nelle proprie collezioni», afferma Walter Caporale, presidente di Animalisti Italiani. «La bellezza non può più essere sinonimo di morte. Dolce&Gabbana sfileranno sulla storia di Roma, ma calpesteranno la dignità di migliaia di esseri senzienti. Noi non staremo a guardare: saremo presenti, rumorosi e visibili. Daremo fastidio, con azioni pacifiche ma determinate, per denunciare l’ipocrisia di un evento tanto celebrato quanto moralmente inaccettabile».
Gli Animalisti Italiani non sono nuovi a denunciare le gravi responsabilità del mondo della moda. L’associazione aveva già lanciato una Campagna Nazionale contro la sabbiatura dei jeans, una tecnica mortale vietata in Europa sin dal 1966 ma ancora usata senza tutele, per la quale Dolce&Gabbana è stata pubblicamente contestata dagli attivisti davanti alla boutique di Piazza di Spagna. Con slogan forti e denunce pubbliche, la campagna ha sollevato l’attenzione sulle vittime della silicosi e sulle responsabilità etiche delle case di moda.
Non solo le sfilate. Dal 14 maggio al 13 agosto 2025, è in programma anche la mostra “Dal Cuore alle Mani: Dolce&Gabbana” presso il Palazzo delle Esposizioni. Un evento che celebra il processo creativo dei due stilisti e l’artigianalità italiana, ma che ignora volutamente l’origine di molti materiali impiegati: vite animali sacrificate per il lusso.
Grave anche la complicità istituzionale: il patrocinio di Roma Capitale e Ministero della Cultura legittima una visione della moda totalmente scollegata dalle istanze etiche e ambientali ormai imprescindibili per la società civile. Nessuno parla della sofferenza animale e dell’inquinamento generato da una produzione che non ha più posto nel mondo di oggi.
Gli Animalisti Italiani chiedono che:
-
Dolce&Gabbana abbandoni definitivamente l’uso di pellicce, in linea con la normativa italiana e le nuove sensibilità collettive;
-
Roma Capitale e il Ministero della Cultura – Dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale e Direzione Generale Musei, ritiri il patrocinio all’evento, per coerenza con i principi di civiltà e sostenibilità;
-
la cittadinanza partecipi alle proteste e sostenga una moda etica, rispettosa della vita e del pianeta.
La moda vera è evoluzione. Quella che passa ancora dalle pellicce o dalle sabbiature tossiche è solo regressione travestita da spettacolo.