Oggi, 14 giugno, in occasione della Giornata internazionale di mobilitazione contro l’esportazione di animali vivi, associazioni di protezione animale, tra cui Animal Law Italia, Animalisti Italiani, CIWF Italia, Essere Animali, LAC, LAV e OIPA, insieme a cittadine e cittadini da tutto il mondo entrano in azione ancora una volta contro questo commercio crudele.
A dieci anni dalla tragedia del 14 giugno 2015, quando 13.000 pecore persero la vita durante un trasporto via mare, la mobilitazione di quest’anno punta i riflettori sulle sofferenze inflitte ogni anno a milioni di animali, in particolare ai vitelli non svezzati, costretti a lunghi e stressanti viaggi via mare. Dall’inizio dell’anno fino al 12 maggio, secondo dati recenti, oltre 140.000 vitelli non svezzati – di cui oltre 12.000 diretti in Italia – sono partiti dal porto irlandese di Rosslare diretti al porto di Cherbourg in Francia. Secondo la legge dell’UE, questi giovani e vulnerabili animali, essendo stati separati dalle proprie madri, devono essere alimentati con un sostituto del latte. Tuttavia, ciò non è possibile in una traversata marittima così lunga.
Oggi CIWF Francia, a nome di oltre cento ONG internazionali, ha presentato una denuncia al Parlamento europeo, chiedendo un intervento urgente per porre fine all’inaccettabile viaggio in mare di 18 ore dei vitelli non svezzati dall’Irlanda alla Francia. La Commissione europea ha riconosciuto che questo viaggio viola le attuali norme sul trasporto.
Un recente report della Commissione europea (2025) riconosce che il benessere dei vitelli è compromesso, affermando che “i vitelli non vengono nutriti negli intervalli prescritti”. Questo fa seguito all’audit della Commissione del 2023, secondo cui “il trasporto di vitelli non svezzati dall’Irlanda alla Francia viene effettuato in violazione del Regolamento del Consiglio 1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto”.
Mentre Paesi come la Gran Bretagna hanno vietato l’esportazione di animali vivi, l’Unione europea continua a esserne uno dei maggiori attori, esportando via mare più animali allevati rispetto a qualsiasi altro continente, con ripercussioni sul benessere di centinaia di migliaia di animali ogni anno. Molti di essi vengono trasportati inizialmente via mare e poi in Paesi terzi, arrivando fino alla Giordania, un viaggio che dura quindici giorni.
Il commercio di animali vivi continua a prosperare anche grazie al coinvolgimento di aziende private di trasporto in tutto il mondo, che traggono profitto dalla sofferenza degli animali. In Europa, l’attenzione si è recentemente concentrata su Brittany Ferries, compagnia di navigazione che, dopo oltre trent’anni dal proprio impegno a cessare questo tipo di attività, ha ripreso l’esportazione di animali vivi dall’Irlanda alla Francia.
Una decisione sconcertante che ha scatenato un’ondata di indignazione: decine di migliaia di cittadini e cittadine hanno scritto all’azienda per esprimere il proprio dissenso, mentre oltre 120 tra scienziati, europarlamentari, celebrità ed esperti hanno firmato una lettera aperta per chiedere a Brittany Ferries di fare un passo indietro e revocare questa scelta deplorevole.
A partire da oggi, attivisti e attiviste si riuniranno in alcuni dei porti più trafficati d’Europa per partecipare al lancio di una nuova e potente campagna di sensibilizzazione. Manifesti pubblicitari strategicamente posizionati informeranno i passeggeri delle compagnie di navigazione sulla crudele realtà del trasporto di vitelli via mare.
Ogni anno, milioni di animali – tra cui vitelli, pecore, capre e suini – vengono trasportati via nave in tutto il mondo. Durante questi lunghi viaggi, affrontano condizioni estreme: sovraffollamento, affaticamento, disidratazione, dolore e stress, spesso senza alcuna protezione legale adeguata. A tutto ciò si aggiunge il rischio di disastri a bordo, come incendi, naufragi, epidemie e blocchi delle rotte commerciali, che possono causare la morte di migliaia di animali in un solo evento.
Le attuali norme dell’Unione europea sul trasporto degli animali, risalenti a oltre vent’anni fa, non tengono conto delle più recenti evidenze scientifiche in materia di benessere animale. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha raccomandato importanti miglioramenti: più spazio per gli animali, temperature massime più basse e tempi di viaggio ridotti al minimo.
Nonostante ciò, le nuove proposte di revisione del Regolamento UE sui trasporti, attualmente in esame presso il Parlamento europeo e il Consiglio, rischiano di rivelarsi del tutto insufficienti. Tra le misure più controverse, si propone addirittura di escludere i viaggi via mare dal calcolo complessivo dei tempi di trasporto: una scelta inaccettabile che comporterebbe un’enorme sofferenza aggiuntiva per milioni di animali.
“Quando viaggiano per mare, spesso ancora a bordo di un camion, gli animali devono affrontare sofferenze indicibili. – commentano le associazioni – Sperimentano fame, sete, spossamento, e quindi paura e angoscia. E tutto questo avviene perché ci sono pochissime leggi che li proteggano.”
“In occasione del decimo anniversario della Giornata internazionale di mobilitazione contro l’esportazione di animali vivi, stiamo informando l’opinione pubblica sull’entità e la gravità di questi viaggi via mare. Vogliamo che le aziende di trasporto che traggono profitto da questa crudeltà sappiano che ciò è del tutto inaccettabile.”
“La Commissione europea deve agire ora: far rispettare la normativa vigente, impedire che i vitelli non svezzati soffrano la fame per ore durante questi viaggi infernali e sfruttare l’attuale revisione del Regolamento sui trasporti per vietare la deplorevole esportazione di animali vivi dall’UE.”
In occasione della giornata contro l’esportazione di animali vivi, le persone in Europa sono invitate a contattare le compagnie di traghetti Brittany Ferries, Stena Line e Irish Ferries per esortarle a fermare questo abominevole commercio e a protestare sui social media condividendo post con l’hashtag #BanLiveExports.
Note ai media
- Dati sui vitelli non svezzati importati dall’Irlanda: Exports figures (1 January to 12 May 2025) from Department of Agriculture, Food and the Marine (DAFM), Ireland