A seguito dell’articolo allegato, gli Animalisti Italiani Onlus hanno deciso di lanciare un MAIL BOMBING contro questo giornalista che sostiene che, solamente perchè è una pratica secolare, dovremmo accettare la zooerastia. Vi preghiamo quindi di unirvi a noi e inviare anche voi il seguente Fac Simile ai seguenti indirizzi:
Oggetto: Sesso somaro e pastorizia
Al Signor Filippo Ceccarelli,
Le scrivo in merito all’articolo vergognoso che ha scritto su Il Venerdì di Repubblica del 19 febbraio in cui considera risibile lo stupro di un asinello in quanto pratica perpetuata da sempre. La zooerastia è semplicemente un antico tabù. E’ stata raccontata in mitologia, raffigurata in pornografia, raccontata nella letteratura come abitudine dei pastori costretti all’isolamento durante la transumanza, ma la verità è che ha molti inquietanti risvolti sociali.
Anche nell’antica Grecia era lecito che un uomo adulto, intrattenesse rapporti sessuali con i bambini, ma oggi quell’uomo lo chiamiamo pedofilo! Quel che è cambiato non è l’atto in sé, ma la nostra sensibilità rispetto alla problematica.
Difatti il soggetto potrebbe diventare pericoloso per la società: “Le dinamiche sottese a questa perversione che hanno come esito la preferenza per il sesso impersonale sono un generico fattore di rischio per la messa in atto di crimini sessuali per il resto della vita.” afferma il prof. Carlo Rosso, psichiatra e docente di psicopatologia sessuale all’università di Torino.
Quello che probabilmente sfugge è che la zooerastia altro non è che una forma di pedofilia legalizzata. Non solo viene arrecato un immenso danno agli animali, torturati e violentati, ma viene poi completamente ignorato quello che è l’aspetto psicologico della vicenda: i soggetti malati autori di queste violenze andrebbero infatti seguiti sotto un aspetto psichiatrico indagando i complessi meccanismi che attivano questo genere di comportamenti.
Invece di giustificare queste pratiche bisogna trovargli un aspetto normativo. Questa aberrante pratica, che in Italia smuove un giro d’affari che si aggira sui venti milioni di euro l’anno, non viene ancora considerata un reato sanzionabile. Purtroppo le uniche condanne connesse a tale fenomeno e segnalate nel nostro Paese configurano come maltrattamento di animali o atti osceni in luogo pubblico.
Noi ci batteremo affinchè diventi un reato al pari di pedofilia e necrofilia!
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.