Malgrado l’estate di fuoco che ci stiamo lasciando alle spalle con la diffusione di incendi estesi su scala nazionale che hanno condotto alla perdita di biodiversità animale e vegetale e alla distruzione, degradazione e frammentazione degli habitat, i cacciatori non mollano la presa.
Caldo e piromani spingono i grandi incendi che in Italia sono cresciuti del 256% nell’estate 2021 con una escalation che dalla Liguria alla Calabria, dalla Sardegna alla Puglia, dalla Sicilia alla Campania, dalla Basilicata all’Abruzzo, fino Marche, Molise e Toscana, costa al nostro Paese circa un miliardo di euro fra opere di spegnimento, bonifica e ricostruzione. E’ quanto emerge su Ansa e dall’analisi di Coldiretti su dati Effis rispetto alla media storica 2008-2020.
Dinanzi a questi dati, avremmo auspicato un atto di doverosa responsabilità da parte delle Regioni che, invece, come sempre favoriscono la lobby venatoria.
L’ondata di calore che ha colpito l’Italia avrebbe dovuto spingere i governatori regionali a misure per attutirne gli effetti sulla natura, sull’agricoltura, sulle aree colpite dagli incendi, sugli animali selvatici.
Ma ogni anno, a prescindere dagli eventi che si registrano nell’ambiente circostante, ritorna come fosse una priorità, il via libera alle “doppiette”.
La stagione venatoria si apre ufficialmente la terza domenica di settembre, ma gran parte delle Regioni hanno concesso ai cacciatori di poter andare a caccia già dal 1 settembre, sfruttando le cosiddette preaperture, ovvero il consueto “ragalino” ai cacciatori, che potrebbero essere tranquillamente abolite, in quanto costituiscono una possibilità e non un obbligo.
Grazie a varie associazioni animaliste si è cercato, perlomeno, di far slittare le date di riapertura, come nel caso del ricorso al Tar Abruzzo, dove è stata ottenuta la sospensione del calendario venatorio fino al 22 settembre o nelle Marche dove il TAR ha bloccato la caccia alla Tortora almeno fino al prossimo 15 settembre.
Nel frattempo, oggi, durante l’audizione alla Commissione agricoltura della Camera, si stanno discutendo tre progetti di legge, per consentire ai cacciatori di prendere parte ai piani di controllo della fauna selvatica, col falso pretesto dei danni attribuiti a cinghiali, orsi e lupi.
“Ci opporremo a questa palese manovra volta a favorire la libertà di caccia. Non accetteremo mai ulteriori concessioni ai cacciatori. Permettere loro di sparare anche nelle aree protette diminuendo le zone sottoposte a divieto di caccia e modificando le specie a cui poter sparare con un’estensione incontrollata a qualsiasi animale è solo una escalation di follia, una deviazione della coscienza umana che porterebbe solo all’autodistruzione” – dichiara l’Associazione Nazionale Animalisti Italiani.