WALTER CAPORALE, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE ANIMALISTI ITALIANI: “Declassamento del lupo: un attacco alla natura, non una scelta di gestione”.
Roma, 5 giugno 2025 – Il Consiglio dell’Unione Europea ha oggi ufficializzato il declassamento del lupo da specie “rigorosamente protetta” a “protetta”, modificando la Direttiva Habitat e segnando così l’inizio di una fase buia per la convivenza tra uomo e fauna selvatica. Dopo oltre mezzo secolo di tutela assoluta, il lupo rischia di essere trasformato in bersaglio legittimo per fucili e campagne di abbattimento.
L’ Associazione Animalisti Italiani denuncia con fermezza questa decisione, considerandola il prodotto di una visione distorta e retrograda, piegata agli interessi del mondo venatorio e zootecnico, a scapito della scienza e della tutela degli ecosistemi.
“Stiamo assistendo a una vergognosa regressione culturale e politica. Il lupo è diventato capro espiatorio di un’agenda filo-venatoria che nulla ha a che vedere con la reale gestione della fauna. Questo declassamento non è frutto della scienza, ma del servilismo verso chi fa dell’animale un bersaglio e un profitto. L’Europa tradisce la natura e con essa il suo stesso futuro”, dichiara Walter Caporale, presidente Animalisti Italiani Onlus.
La Commissione Europea giustifica la modifica con la crescita numerica della popolazione lupina – quasi raddoppiata in dieci anni – e con presunte “sfide socioeconomiche”. Ma secondo Enrico Moriconi, noto veterinario e storico difensore dei diritti animali, si tratta di una pericolosa deriva antropocentrica, che rischia di aprire la strada a veri e propri stermini “autorizzati”, come già avvenuto per altre specie come le volpi in Piemonte. In un articolo inedito per la rivista Animali Liberi, Moriconi avverte:
“È l’essere umano a invadere e distruggere gli spazi naturali, poi accusa gli animali di esistere. La flessibilità concessa agli Stati è un alibi per legittimare uccisioni arbitrarie. Tutto ciò è il risultato di una visione antropocentrica e punitiva degli animali, che non hanno colpe se non
vivere la loro vita naturale, già minacciata dall’antropizzazione, con occupazione del territorio, creazione di pericoli costanti, aumento della caccia. L’essere umano vuole eradicare tutto quanto non rientra nei suoi interessi, senza comprendere, però, che la natura è interesse umano. La fauna è un bene comune, non un fastidio da eliminare”.
L’Unione Europea impone agli Stati di non compromettere la conservazione della specie, ma lascia loro piena libertà di intervento. Il rischio concreto è che, dietro il paravento della gestione, si attuino campagne di abbattimento indiscriminato, favorite da una narrazione allarmistica che alimenta odio e paura.
“Chi oggi inneggia alla flessibilità sarà domani responsabile della violenza. In Italia, milioni di animali vengono massacrati ogni anno negli allevamenti senza che nessuno si scandalizzi. Ma appena un lupo preda per istinto, si grida all’emergenza. Questo è il vero squilibrio. Siamo pronti a ogni azione legale, politica e sociale per impedire che si spari anche a un solo lupo”, aggiunge Caporale.
Il Governo avrà formalmente 18 mesi per adeguarsi, ma si teme che il ministro Lollobrigida voglia agire con ben maggiore rapidità.
“Non permetteremo che la fauna selvatica venga consegnata ai fucili dei cacciatori e all’arroganza di una politica piegata alla lobby venatoria. La nostra battaglia sarà durissima. Il lupo non è solo un animale: è un simbolo di libertà, resistenza e equilibrio. E noi lo difenderemo con ogni mezzo”, conclude il Vice Presidente degli Animalisti Italiani, Marco Gavotti.