Stuprata con dei pennarelli sia nella vagina che nell’ano, sbattuta contro il muro come fosse uno straccio per la polvere, torturata con l’introduzione nel suo corpicino di detersivo e limoni, strozzata con delle matite in bocca.
Questo è quello che ha subito la dolce cagnolina pincher di nome Pilù ad opera di Gaetano Foco nel maggio del 2015; assassino che ha avuto anche la macabra idea di realizzare un atroce video dell’esecuzione premeditata dalla sua mente distorta (e usiamo un eufemismo). Lui è lo stesso individuo che oggi si permette di denunciare coloro che hanno solo difeso la memoria di un essere senziente innocente chiedendo giustizia per l’orribile sevizia a cui è stata sottoposta suo malgrado.
“Chiunque attraversi il parco fluviale di Pescia non può non rivolgere un pensiero a Pilù, ormai assurta insieme ai cani Angelo di Sangineto e Snoopy di Livorno a simbolo di opposizione e di lotta contro ogni forma di abuso e violenza nei confronti di chi è più debole. Noi siamo l’urlo di Pilù”, dichiara commosso Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani.
La storia di Pilù si contraddistingue per una violenza inaudita: la cagnolina ha pagato con la vita la volontà di Foco di punire la propria ex fidanzata. L’uomo ha filmato tutte le fasi dell’orrore, le efferatezze perpetrate ai danni della creatura lasciata agonizzante sul pavimento, per poi postare il terribile video sul web.
Migliaia di persone si radunarono a Pescia nell’ottobre del 2016 dando vita a una grande manifestazione di protesta contro qualsiasi forma di maltrattamento degli animali. Proprio al termine della manifestazione, il presidente di Animalisti Italiani, Walter Caporale, e l’attivista Paola Pavone attaccarono dei manifesti sulle finestre dell’appartamento della famiglia del “ragazzo” con la scritta “Censurato per crudeltà”. Per questo motivo scattò la prima denuncia, depositata dalla mamma di Foco, per i reati di violazione di domicilio (solo a carico di Caporale) e imbrattamento e deturpamento dell’abitazione (a carico di entrambi).
Gaetano Foco oggi continua a suscitare sgomento, non tanto per l’ulteriore denuncia di diffamazione nei confronti del Presidente Walter Caporale accusato di averlo definito assassino, ma soprattutto perché non mostra alcun segno di pentimento nonostante l’atrocità di cui è reo confesso.
Aggiunge Caporale: “Come definireste colui che toglie la vita ad un altro essere vivente? Vogliamo forse fare una distinzione tra vite di serie A e di serie B? Gli animali sono soggetti di diritto, non oggetti. Loro sono esseri senzienti, proprio come noi. Non si tratta di beni mobili, ma di vite sacre! Ciò che oggi mi ha lasciato sconvolto è l’essere stato sottoposto ad interrogatorio per delle accuse insensate e che la Procura stia muovendo un procedimento penale su istanza di chi ha compiuto un gesto così crudele per il quale avrebbe dovuto quantomeno pentirsi.
La freddezza di Gaetano Foco, la sua imperturbabilità, non un barlume di coscienza come se nulla fosse accaduto e ancora oggi si ostina a voler passare da vittima nonostante sia carnefice come lui stesso ha mostrato a tutti attraverso il suo video. Forse Foco non ha ben capito che pubblicando quel video si è diffamato da solo. Oggi chi accusa? Non dovrebbe forse accusare se stesso?
Pilù è stata uccisa nel 2015 e non ha ancora ottenuto giustizia. E rischia di non averne mai.”
Oggi vogliamo ribadire con forza la necessità di una condanna generalizzata, incondizionata, esemplare. Lo dobbiamo a tutti quegli animali uccisi crudelmente, loro sono “qualcuno”, non “qualcosa”. È tempo di modificare le leggi, inasprendo severamente le pene per le violenze e i reati contro gli animali, e mutare il codice civile affinché venga loro riconosciuto il più naturale ed essenziale diritto: quello di “esseri senzienti” e non più “beni mobili”. Animalisti italiani si sta battendo per rendere ciò una realtà concreta. Pilù, Angelo, Snoopy e tutti gli oppressi del mondo non verranno mai dimenticati.