La Spezia, 8 giugno 2017 – La sede locale dell’associazione Animalisti Italiani Onlus ha presentato un esposto in Procura affinché si faccia luce sulla drammatica situazione che si è venuta a creare sul nostro territorio in merito al soccorso fauna urbana e selvatica ferita/in difficoltà.Assistiti dal nostro legale di fiducia, l’Avv. Sebastiano Del Santo di Firenze, abbiamo intrapreso quella che ci pare un’azione estrema tanto inevitabile quanto doverosa.Cittadini, volontari e associazioni sono infatti da tempo esasperati dalle continue richieste d’intervento cui si trovano impossibilitati a far fronte; tanto per alcuni casi recenti, abbiamo assistito impotenti alla morte di un gabbiano cui un amo si era conficcato in gola, di un piccione sanguinante probabilmente rimasto vittima di un incidente stradale, di una ghiandaia che necessitava di specifiche cure, di un capriolo investito da un’auto e rimasto agonizzante ‘per interminabili minuti sul ciglio della strada, tra la disperazione e la frustrazione dei passanti che si trovavano in loco e che hanno effettuato numerose richieste d’intervento rimaste ancora una volta inascoltate… E l’elenco potrebbe continuare…Già, perché se sulla carta la gestione ed il controllo della fauna urbana e selvatica rientrano nelle competenze rispettivamente di Comune e Regione, di fatto assistiamo ormai da lungo tempo ad un vergognoso e continuo rimpallo di responsabilità da parte delle istituzioni, con la triste conseguenza che gli animali continuano inesorabilmente a morire.Non solo, la situazione è a dir poco grottesca se si considera che la fauna selvatica viene definita “patrimonio dello Stato”, motivo per il quale è fatto espresso divieto a cittadini e veterinari non autorizzati di detenere tali specie animali, sebbene a scopo di cure, pena pesanti sanzioni amministrative.A noi, e soprattutto agli animali, nulla interessa di chi siano le competenze, a noi preme che ci venda data la possibilità di salvare una vita: per noi la vita è sacra, non sussiste differenza alcuna tra un cormorano, un capriolo, una tortora, un tasso, una volpe ecc., e pretendiamo pertanto che venga garantito ad essi il medesimo e sacrosanto diritto alla vita.Né siamo disposti ad accettare che si possano creare distinzioni di specie tra animali considerati protetti e/o in via d’estinzione e animali “comuni”, creando di fatto categorie di serie A e di serie B. O peggio ancora,, che si possano progettare piani di abbattimento per ovviare al problema della sovrappopolazione, ipotesi, entrambe, che talune autorità hanno paventato.Per tutto quanto sopra citato chiediamo immediato riscontro di Comune e Regione: le istituzioni si facciano carico delle proprie responsabilità e si adoperino, prendendo spunto da altre province, come quella di Livorno ad esempio, attraverso la stipula di convenzioni con veterinari locali preposti o l’apertura sul territorio di centri di recupero e reinserimento faunistico.In una società degna di essere definita civile, che vede sempre più accresciuta la sensibilità verso la tutela dei diritti animali non è più ammissibile e tollerabile la morte di esseri senzienti indifesi per l’inerzia delle istituzioni.Associazione Animalisti Italiani Onlus – sede locale di La SpeziaResponsabile Federica Furlan fedefurlan@yahoo.it
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