Il TAR della Lombardia ha respinto il ricorso dei responsabili del Rifugio Cuori Liberi contro l’ordinanza di abbattimento emessa dall’ATS di Pavia per i suini ospitati nel rifugio, a seguito di un focolaio di Peste Suina Africana (PSA). Il TAR nega il risarcimento e giustifica l’operato dell’ATS!
“Siamo profondamente delusi da questa sentenza, che non tiene conto della possibilità di isolare e proteggere gli animali sani. Il massacro indiscriminato delle creature del Rifugio-Santuario Cuori Liberi, quel terribile spargimento di sangue avvenuto non deve ripetersi.” ha dichiarato Marco Gavotti, Vice Presidente di Animalisti Italiani. “Il rifugio non era un allevamento intensivo, ma un luogo in cui gli animali erano trattati come esseri viventi degni di rispetto, e non come prodotti di consumo. È inaccettabile che non sia stata considerata alcuna alternativa all’abbattimento totale.”
La PSA è una malattia grave e altamente contagiosa, ma non è una zoonosi, quindi non rappresenta un pericolo per la salute umana. Ciò rende ancora più incomprensibile la mancata applicazione di deroghe per gli animali del rifugio, che non facevano parte della filiera produttiva e avrebbero potuto essere gestiti diversamente. La decisione, basata su regolamenti concepiti per gli allevamenti industriali, ignora completamente il contesto specifico di un santuario per animali liberati.
Animalisti Italiani manifesta anche solidarietà ai responsabili del Rifugio, che hanno combattuto fino all’ultimo per salvare gli animali, e ribadisce la necessità di una revisione delle normative che permetta di distinguere tra animali destinati alla produzione e animali che vivono nei rifugi.
“Chiediamo alle istituzioni di intraprendere un percorso di cambiamento legislativo che tuteli gli animali sottratti allo sfruttamento industriale. Non possiamo continuare a trattare tutti gli animali con lo stesso metro, ignorando il contesto e le possibilità di alternative etiche,” ha concluso Gavotti.
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