«La caccia non è uno sport». Parole dette da Flavio Insinna durante una puntata del programma Rai “L’eredità”.
Parole che hanno mandato su tutte le furie i cacciatori, con un duro attacco nei confronti del conduttore televisivo.
Animalisti Italiani scrive, insieme ad altre associazioni, a Salini e Coletta.
Abbiamo firmato insieme una lettera per l’amministratore delegato Rai Fabrizio Salini e per il direttore di Rai 1 Stefano Coletta per manifestare la piena condivisione delle parole pronunciate da Flavio Insinna durante il programma L’Eredità, dopo che Federcaccia, non solo ha duramente criticato il conduttore, ma si è rivolta al Servizio Pubblico dicendosi pronta a valutare anche azioni legali.
In ragione di tutto questo, le diverse sigle animaliste italiane, convinte che non solo che la caccia non sia uno sport, ma che sia un lutto per altre famiglie, auspicano presto una raccolta di firme per un nuovo referendum per l’abolizione delle norme che derogano l’attività venatoria e ribadiscono il sacrosanto diritto di critica e libertà di pensiero sul tema nelle reti di servizio pubblico.
“Siamo d’accordo con Insinna come lo sono d’altronde la gran parte degli Italiani; non esiste infatti in qualsivoglia contesto la correlazione fra sport e morte. Nessuno sport comporta l’uccisione sistematica di milioni di esseri viventi inermi e indifesi che costituiscono il ‘patrimonio indisponibile di ognuno di noi’. Nel 2021 è ora che le coscienze si rianimino ed è per questa ragione che la caccia, un vetusto e arcaico retaggio di sottocultura, deve essere abolita! Negli ultimi anni la sensibilità della popolazione nei confronti delle tematiche animaliste e ambientaliste è cresciuta in maniera considerevole; non altrettanto si può affermare per i rappresentanti delle istituzioni.
La politica dovrebbe rispecchiare e interpretare il volere del popolo ed invece, come nel caso della caccia, tende sempre al mantenimento di uno status quo in cui le lobbies venatorie e i loro adepti possono giocare facile in virtù di accordi privati che consentono loro di continuare a devastare l’ecosistema e a dilaniare magnificenti creature che hanno la sola colpa di essere morfologicamente diverse da noi. Di più lo fanno addirittura per sollazzo; un inaccettabile oltraggio alla vita. La caccia avvelena l’ambiente, è eticamente inammissibile, non è necessaria da un punto di vista scientifico e umano, è dannosa per ogni specie, causa spesso la morte o il ferimento delle persone. La caccia può, inoltre amplificare il rischio di zoonosi e ciò deve essere impedito“.
Uno Stato che la tollera e la regolamenta, anziché tutelare l’importantissimo patrimonio ambientale e faunistico, anziché proteggere tutte le specie già molto provate da habitat devastati e da una forte crisi ambientale, oltre che, molte di loro, in via di estinzione, non può essere considerato uno stato civile – è la valutazione delle associazioni – Non è possibile ancora difendere gli interessi, ormai di pochi, nel continuare questa pratica vergognosa e barbara”.
Ecco di seguito, nel dettaglio, le associazioni che hanno firmato la lettera all’amministratore delegato e al direttore di Rai1: Animalisti Italiani, Animal Aid Italia, Animaliberaction, Animalisti Genovesi, Animali Liberi, Avi Associazione Vegani Italiani, Alessandra di Lenge presidente le Iene Vegane, Comitato Tutela Diritti Animali Ctda, Coordinamento Animali, Fronte Vegano, Fronte Vegano Rinascita Animalista, Lav, Le Ali della Libertà, Limav Italia Odv, Mac Movimento Anti Caccia, Maurizio Spinucci, Meta, Comitato Uniti per Loro, Paolo Bernini, Partito Politico Ora rispetto per tutti gli Animali, Piccolo Santuario Pai.